Regia di Sergio Castellitto vedi scheda film
Operazione atipica per il cinema italiano, non solo contemporaneo, questo La bellezza del somaro. Si tratta infatti di un film con personaggi dalla singolare profondità psicologica e al contempo perfettamente inquadrati nella loro contemporaneità, inseriti in un contesto reale, vivo, attento ai dettagli e comunque sia non funzionali a esso. Qualche intrigo sentimentale e certe spinte di pura commedia (il tormentone delle canne, il personaggio 'schizzato' di Ettore Maria, interpretato da Renato Marchetti, ma anche quello affidato a Jannacci... e c'è persino la torta in faccia!) ravvivano i toni altrimenti troppo seriosi, senza per questo trascendere mai nel comico fine a sè stesso o senza diventare una sorta di Commedia sexy in una notte di mezza estate di alleniana memoria. Per essere soltanto il suo terzo film da regista, va riconosciuto che Castellitto ci sa fare; è modesto anche nel dosare la sua presenza in scena e nel costruire (insieme alla moglie Margaret Mazzantini, autrice del soggetto e co-sceneggiatrice) una storia corale in cui i personaggi, presi singolarmente, reggono nonostante nessuno di loro sia indispensabile e, in fondo, il vero e unico protagonista-scopo finale del film sia il disvelamento di una nutrita serie di nevrosi contemporanee. Purtroppo non tutti gli attori sono tali: nonostante un sempre bravo Marco Giallini e un gradito ritorno al cinema per Jannacci in un ruolo scrittogli addosso, ci sono anche volti minori un po' traballanti, uno su tutti la sgraziata (come attrice, ovviamente) Lola Ponce, giunta al suo warholiano quarto d'ora - tutt'altro che metaforico - di celebrità con una vittoria sanremese (2008) fra le più anonime della storia della 'kermesse'. La bellezza del somaro pare essere, in sostanza, uno dei pochi prodotti sinceri e cinematograficamente 'appetibili' di questa magra stagione (lasso di tempo pluriennale) italiana. 6,5/10.
Una coppia benestante di mezza età trascorre, con la figlia ormai adulta, un weekend nella casa di campagna. E' l'occasione per una molteplice resa dei conti: fra marito e moglie, fra genitori e figlia, fra sè e sè per ciascuno dei personaggi.
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