Regia di Michele Placido vedi scheda film
Dopo la visione di 'Vallanzasca. Gli angeli del male' ho la netta convinzione che il cinema di genere di un certo livello, in Italia, non sia più quello dei gloriosi anni '70; a quei tempi un maestro come Fernando di Leo ci regalava perle come 'Milano calibro 9'. Se torniamo agli anni '60 invece, un film come 'Banditi a Milano', grazie alla precisione chirurgica di Carlo Lizzani nel costruire le singole sequenze e alla bravura di Volonté, per me è l'apice del filone gangster-poliziesco che oggi è ridotto da noi a fiction di mediocre valore.
Michele Placido, dopo il discreto 'Romanzo criminale' toppa su tutti i fronti: una sceneggiatura pasticciata, a cui hanno messo mano addirittura 9 persone, che si concentra su aspetti patinati della vita del criminale milanese piuttosto che dar spazio ad altri, rapporti con l'altro boss Francis Turatello, una descrizione più accurata di infanzia e famigliari, secondo me più interessanti; una regia raffazzonata, con molte sequenze, in particolare quelle d'azione, che danno l'idea di esser girate male e montate peggio; una delineazione dei vari protagonisti delle vicende che lascia a desiderare.
Kim Rossi-Stuart dall'accento milanese biascicato, la cui voce mi ricorda Fabrizio Bentivoglio, dà di quello che la cronaca aveva soprannominato il bel René un'immagine troppo distante dalla realtà. Siamo di fronte ad un prodotto di finzione è chiaro ma alterare così tanto una figura che possedeva dei connotati tragici, da farla sembrare una parodia di un gangster, mi sembra un errore grave dal punto di vista drammaturgico.
Se c'è qualcosa da salvare sta nella prova misurata di Francesco Scianna nei panni di Francis Turatello, sacrificato come già detto dallo script, nella livida fotografia di Arnaldo Catinari e nei costumi di Roberto Chiocchi, l'unico elemento che mi dà l'idea dell'epoca in cui il film è ambientato.
Voto: 5.
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