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Vallanzasca. Gli angeli del male

Regia di Michele Placido vedi scheda film

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La recensione su Vallanzasca. Gli angeli del male

di maghella
8 stelle

Fuori tempo massimo scrivo l'opinione su questo film, dopo averlo visto una seconda volta insieme ad un mio amico, che ha una visione dei film tutta particolare, dovuta a un suo procedimento mentale rallentato e autistico, ma che io ho imparato a rispettare molto. Perciò l'opinione che scriverò è basata sulle considerazioni del mio amico, che vi assicuro ha il dono di un punto di vista completamente differente dal “nostro”.

 

VallanZasca....Ma secondo te VallanTasca è un poliziotto o un assassino?

No...Vallanzasca era un bandito, dei più feroci, ora è in galera (diciamo così), questo film l'hanno fatto grazie al libro che lui ha scritto sulla sua vita”.

 

Il mio amico è affascinato soprattutto dalla copertina del DVD che gli ho regalato, gli spiego che l'attore Kim Rossi Stuart assomiglia molto al vero Vallanzasca, ma lui è tutto preso dall'espressione degli occhi di quello che lui, ormai irrimediabilmente, continua a chiamare Vallantasca...e di nuovo mi chiede tutto contento: “ma secondo te è un poliziotto o un assassino?

Va bene, ora guardiamo il film, così capisci che lui i poliziotti li ammazzava”.

 

Le scene sono molto violente e crude, sin da subito, e i flashback iniziali un po' confondono il mio amico, che però ha subito capito che Vallantasca era un delinquente, che faceva il bullo. Improvvisamente mi racconta che lui si ricorda di quando Vallantasca ha ucciso il povero poliziotto al casello di Montecatini T., e mi racconta la sua versione: “Vallantasca non ha voluto mostrare i suoi documenti al poliziotto, e l'ha freddato con un colpo!

“sai? In questo film Vallantasca dice che non è stato lui”, gli spiego...Il mio amico fa un gesto con una mano, senza staccare gli occhi dal video “seee, e tu credi a un delinquente come lui?

 

Sorrido, e lo osservo mentre non stacca il suo sguardo dal film anche se la trama per lui si sta complicando un po', mi appoggia una mano sulla spalla, e quando penso che mi stia chiedendo spiegazioni su qualche cosa che non ha capito, lui mi sorprende e mi chiede: “Voglio anche quell'altro film su Vallantasca: Banditi a Milano, a me garba averli tutti questi film”.

 

Conoscendo la sua passione per le scene con le “pistolettate”, lo avverto che sta per arrivare la parte dove c'è una rapina. Il mio amico capisce che si svolge a Milano (come faccia non lo so, non c'è mai stato, e alle altre scene non aveva mostrato interesse per il luogo dove si svolgevano),

Milano...” mi fa: “Milano è la capitale della malavita!” , e su questa frase non ci devono essere equivoci, lo capisco dal suo tono, bisogna dargli ragione!

 

Vallantasca guarda dalla vetrata del banco valori, dove stava facendo una perlustrazione per una eventuale rapina, mentre i suoi compagni sono alle prese con uno scontro a fuoco violento, che vede morire il miglior amico del bandito...”Beneeee...” sento il mio amico alle spalle “schianta e muori!!!”, nessuna pietà o visione romantica del banditismo anni '70 per il mio amico, lui è per l'onesta assoluta, chi ruba o ammazza è da galera, e vedo che è tutto contento quando a Vallantasca vengono date sonore legnate dai secondini della prigione.

 

Quelle sono cose che succedono nelle carceri anche qui” mi dice “ ti chiudono nello stanzino, e verga!!!

 

Ci sono scene molto violente e provocanti, che fanno stringere gli occhi al mio amico, e mi preoccupo che possa rimanere turbato, ma lui percependo forse la mia ansia, mi rassicura:” vedi? È la droga che fa diventare matti, quando non la trovano più, che non se la possono iniettare fanno poi queste cose”, scuote la testa con fare di disappunto. Gli chiedo se vuole continuare a vederlo o se si sta annoiando, “No, lo voglio vedere fino in fondo, fino ai titoli...Tanto non muoiono mica per davvero? Sono attori vero? È il loro mestiere? Ma dimmi un po' una cosa: come fanno a fare finta di morire così bene? Senza farsi mai male?”...Perdo un po' di tempo per spiegarglielo, ma tanto so che per lui la rassicurazione massima sarà vedere nei titoli di coda i nomi degli attori al fianco a quelli dei personaggi, solo così sarà convinto che era tutta una finzione.

 

Il film procede, Vallantasca ammazza, ruba, viene arrestato, scappa, si rifugia dai genitori, e qui vi è l'unica nota di comprensione da parte del mio amico per il bandito “certo sono i suoi genitori, gli devono voler bene per forza...”, poi nessuna pietà per Vallantasca, che finisca i suoi giorni in galera, ha ucciso dei poliziotti, non ci possono essere scusanti.

 

Finisce il film, e vedendo il mio amico soddisfatto del ritorno in prigione di Vallantasca, penso a quanto sia stato stupido il boicottaggio fatto a questo film, non ci potevano essere davvero dubbi sul personaggio di questo delinquente.

Le serate con il mio amico finiscono sempre con un abbraccione e un bacione sulla gota, la sua testa sulla mia spalla, “ti voglio tanto bene ”, mi dice....Dovrei esserci abituata, ma mi commuove sempre sentirglielo dire. Penso che abbia capito molto più di quanto immaginassi del film, e forse è uno dei pochi che ha saputo vedere con gli occhi schietti il vero “spirito” di Vallantasca (pardon: Vallanzasca): un bandito, che non merita pietà, ma che suscita comunque una curiosità per la sua vita e le sue azioni influenzate anche da un certo clima spietato degli anni '70 in Italia.

 

Lascio il mio amico sul pianerottolo di casa sua, mentre tiene la copertina del DVD in mano, che se lo guarda tutto soddisfatto, scendo con l'ascensore, e sento che ancora lui continua a parlarmi...quando arrivo al piano terra percepisco solo un lontano “Vallantasca...poliziotto o assassino?”.

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