Regia di Michele Placido vedi scheda film
Biopic di Renato Vallanzasca (Rossi Stuart), uno dei criminali italiani più noti e discussi. La sua attività di ladro e rapinatore, nonostante fosse figlio della piccola borghesia, fu precocissima, tra entrate e uscite dai riformatori. Negli anni '70 "il bel Renè", come veniva soprannominato, fu protagonista - insieme alla sua banda - di rapimenti, rapine e rocambolesche fughe dal carcere, la più nota delle quali rimane quella dal penitenziario di Novara. Rivale e in seguito compare di Francis Turatello (Scianna), l'altra personalità di spicco della mala milanese, il boss della Comasina riuscì a sposarsi in carcere e a evadere un'ultima volta nel 1987, mentre i carabinieri lo stanno scortando sul traghetto che avrebbe dovuto portarlo al supercarcere dell'Asinara. Fuggito, si permise persino il lusso di concedere un'intervista all'emittente meneghina Radio Popolare, per poi "consegnare le armi" dopo un ultimo tentativo di fuga finito male nel 1995.
Il Romanzo criminale di Michele Placido, che con Vallanzasca firma la sua opera migliore, è soprattutto il film di Kim Rossi Stuart, che oltre a coprodurre il film e a cofirmare il copione, ha dato volto e corpo a questo criminale tanto efferato quanto lucido e scaltro, con una prova d'attore di livello mondiale che nulla ha da invidiare ai grandi divi statunitensi, da Tom Hanks a Leonardo DiCaprio. La guasconeria, il fascino esercitato sulle sue moltissime ammiratrici, la sfrontatezza con cui compiva le rapine, la battuta sempre pronta, la ferocia belluina, la disponibilità alla flagellazione corporale pur di uscire dalla galera sono i tratti che più nitidamente caratterizzano il ritratto del bandito lombardo del quale questo gangster movie sottolinea soprattutto la dimensione avventurosa, lasciando sulle quinte quella storica. Merito appunto di un Rossi Stuart incontenibile ma anche di una regia piuttosto muscolare accorta a non smarrire mai il ritmo adrenalinico, alle musiche tonitruanti ma perfettamente consone dei Negramaro, ai comprimari tutti perfettamente in parte, a cominciare da quel Moritz Bleibtreu che, impersonando uno dei membri della banda Vallanzasca, funge da ideale trait d'union con Andreas Baader, protagonista di una delle stagioni più oscure della storia tedesca e leader de La banda Baader-Meinhof.
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