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Vallanzasca. Gli angeli del male

Regia di Michele Placido vedi scheda film

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La recensione su Vallanzasca. Gli angeli del male

di backstreet70
8 stelle

Placido al suo terzo film sugli anni ’70 continua la sua analisi su quel decennio centrale nella storia del nostro paese (non solo politicamente ma soprattutto culturalmente e socialmente). Questa volta si occupa della figura di Renato Vallanzasca, conosciuto anche come il “Belle Renè”, bandito che deve scontare circa 250 anni di carcere e che si trova ora proprio (e giustamente) tra le mura delle prigioni nazionali.

Vallanzasca è una figura senza dubbio affascinante: milanese, proveniente dalla borghesia, di bell’aspetto ha compiuto negli anni che precedevano la “Milano da bere” una serie di rapine e sequestri assai lunga e due evasioni dal carcere. A differenza della banda della Magliana (“Romanzo criminale”) qui non vi si trovano rapporti con la mafia, la camorra e i servizi segreti e non vi è un “controllo” della zona, per certi versi possiamo dire che Vallanzasca e la sua banda erano dei cani sciolti.

Il materiale era comunque tanto e Placido ha lavorato bene con i suoi collaboratori nel riuscire a fornire un discorso completo in poco meno di due ore. Il film essenzialmente si divide tra le “gesta” di Vallanzasca fuori dal carcere e quelle dentro il carcere sino alla seconda evasione con il successivo e definitivo arresto. Per quanto riguarda la prima parte Placido ha optato per un ritmo veloce con un montaggio a tratti schizofrenico che spesso tronca la scena prima della sua naturale conclusione, ma il tutto senza far perdere la testa allo spettatore che viene invece calato in una spirale adrenalinica coinvolgente. In questa fase Placido non risparmia niente dal jump cut (o montaggio alla francese se preferite) all’uso della macchina da presa in una soggettiva impersonale che ci catapulta al centro dell’azione e molte sequenze (anche se girate con stile completamente diverso) ricordano “Nemico pubblico” di Mann (film su Dillinger famoso rapinatore di banche negli U.S.A. nella prima metà del secolo scorso).

La seconda parte in carcere poggia su binari più lineari in cui non mancano comunque esplosioni d’azione, qui Placido ha lavorato molto sui primi e mezzi primi piani (ma anche la prima parte abbonda in questi) e la camera a mano pedina i personaggi e gli schiaccia dentro le geometrie tipiche di un ambiente carcerario comunicando spesso il clima claustrofobico che si prova in esse.

La prova degli attori, assai importante, va oltre l’eccellenza: Kim Rossi Stuart si conferma attore di razza non solo nel panorama nazionale, la sua recitazione doveva per forza di cose essere “sopra le righe” come lo è il personaggio di Vallanzasca, il rischio nella sovrarecitazione è di svaccare in qualsiasi momento mentre qui non vi è ripresa in cui le sue espressioni, tic o sguardi siano fuori contesto, qui l’attore non sta al di sopra del personaggio ma diventa proprio il personaggio. C’è da dire che una parte del genere avrebbe fatto tremare i polsi a chiunque, mettersi alla prova in questo modo rischiava di trasformarti in macchietta, cosa che non avviene e se c’era ancora qualcuno che dubitava di quest’attore qui deve solo togliersi il cappello che il film piaccia o meno.

Di tutti gli altri merita una menzione di rilievo per Timi che tratteggia un personaggio assai interessante anche lui senza cadere nel manierismo.

Difetti ce ne sono? Qualcuno: alcune figure si perdono per strada e altri membri della banda avrebbero meritato un po’ più di spazio ma si rischiava anche di allungare di molto una pellicola che già dice parecchie cose, chissà se come per “Romanzo criminale” che è diventata la miglior serie italiana di tutti i tempi qualcuno tenti la produzione di un Vallanzasca per il piccolo schermo, il materiale c’è tutto l’unico grande problema sarebbe trovare un attore che abbia il coraggio di confrontarsi con l’interpretazione di Kim Rossi Stuart quella sì che sarebbe una bella sfida.

 

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Ultimi commenti

  1. ezio
    di ezio

    ho il dvd,acquistato tempo fa e non mi era dispiaciuto....come la tua bella rece,grazie.

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