Regia di Mario Martone vedi scheda film
Valido affresco sul Risorgimento compiuto (l'unità d'Italia, tema quanto mai attuale in questo 150° anniversario), ma incompiuto: una monarchia anziché la repubblica vagheggiata da Mazzini (Servillo), una politica reazionaria al posto degli ideali di democrazia e giustizia vagheggiati dai garibaldini, costretti dai Bersaglieri mandati dal re sabaudo a disperdersi sull'Aspromonte. Svuotati dalla retorica che intacca spesso i racconti di storia patriottica, Martone ripropone episodi risorgimentali di cui abbiamo quasi tutti una conoscenza appena scolastica. L'insieme ha una sua cupezza, perché su tutto aleggia sempre l'ombra del tradimento, il cui peggiore esempio è dato da quei mazziniani, come Crispi (Zingaretti), che si trasformano da repubblicani a cani da guardia di una delle monarchie più reazionarie d'Europa, come quella dei Savoia. Qualche taglio, compiuto per rendere più digeribile la comunque lunga versione cinematografica, scombina leggermente la logica del racconto, ma, nonostante questo, l'insieme è interessante e sempre godibile, anche grazie ad una ricostruzione storica di prim'ordine, che si basa quasi filologicamente sulla pittura (italiana, francese e inglese) dell'Ottocento, rendendone sapientemente lo spirito, anche quando la macchina da presa si sofferma su elementi dei nostri anni, come una di quelle incompiute in cemento armato, che infestano il Meridione d'Italia.
Di ammirevole sobrietà interpretativa.
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