Regia di Ascanio Celestini vedi scheda film
La pecora nera A. Celestini si divide in tre entità, a livello diegetico, Nicola da bambino, Nicola da grande e voce fuori campo, un incastro temporale (i flashback) e spaziale (i vari luoghi chiusi e l'opposizione dentro/fuori rispetto al manicomio) che pare una versione economica, "domestica", concreta, pacata e introversa dei labirinti narrativi e mentali di Inception. E' una commedia amara, ironica e dolcemente sinistra, dai colori stemperati e sfaccettata dal rapporto tra dialoghi e voce off che li doppia e contrappunta a canone schizofrenicamente: certo si tratta di un bambino strambo e bizzarro, sfruttato da padre e fratelli, ma che sia stato il virus di un'idea ad averlo convinto e ad averlo fatto discriminare perché presumibilmente influenzato dall'eredità materna? 7 1/2
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