Regia di Piergiorgio Gay vedi scheda film
Implicazioni filosofico-sociopolitiche sull’Italia del periodo 1980-2010 nella discografia di Luciano Ligabue.
Bizzarro. Con quale altro aggettivo si potrebbe definire un documentario – peraltro compiuto dal punto di vista dei contenuti e piacevole da quello della forma – che indaga sui risvolti sociopolitici (e, nell’accezione più banale, filosofici) delle canzoni di Luciano Ligabue? La strage alla stazione di Bologna, la morte di Pantani, la lezione di Pertini… avevate mai sospettato che dietro ai brani del rocker di Correggio ci fosse tutto questo, e molto altro? Che Libera nos a malo avesse una qualche diretta correlazione con la strage di Capaci? Francamente non sarebbe stato semplice sostenere qualcosa di simile, prima che Piergiorgio Gay (con Piergiorgio Paterlini anche sceneggiatore qui) decidesse di mettere insieme questo lavoro. Che, a sorpresa, riesce nel suo obiettivo. Un documentario su un cantante pop può diventare un excursus su tre decenni di Storia nazionale: questa è la lezione che lascia Niente paura, al quale partecipano in veste di testimoni della Storia nazionale, fra gli altri, Margherita Hack, Carlo Verdone, Giovanni Soldini, Don Ciotti, Paolo Rossi (l’attore) e Fabio Volo, ma anche persone comuni che raccontano di come le loro vite siano state segnate – in meglio, si capisce, anche se era giusto specificarlo – dalla musica di Ligabue. Siamo in pieni territori agiografici, certo, ma al netto delle pur necessarie sequenze musicali Gay risulta coinvolgente e, quanto più importa, convincente. 6/10.
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