Regia di Piergiorgio Gay vedi scheda film
C’è da aver paura, a vivere in questa Italia: Piergiorgio Gay risponde negandolo fin dal titolo con le parole del Liga Nazionale, elevato in questo documentario (presentato Fuori Concorso a Venezia 2010) ad antidoto ufficiale contro i mali del Paese. Si dà il caso che Luciano Ligabue abbia l’abitudine di proiettare su un maxischermo alle spalle dei suoi concerti gli articoli chiave della Costituzione Italiana: questo lo spunto del film, che raccoglie ricordi, speranze e timori di volti noti e di perfetti sconosciuti circa l’Italia di ieri, di oggi, di mai. Sullo schermo si alternano Fabio Volo e Giovanni Soldini, Paolo Rossi e Margherita Hack, Beppino Englaro e una giovane liceale albanese di seconda generazione. Il filo, esile, delle canzoni di Ligabue tiene insieme gli eventi che hanno segnato la Storia moderna; la strage della Stazione di Bologna, gli assassinii di Falcone e Borsellino, la morte di Eluana Englaro. Un’operina lieve, meno incisiva di quanto vorrebbe, che sembra realizzata a uso e consumo del medesimo pubblico di riferimento dei concerti (di cui vengono mostrati ampi stralci): un compendio di Storia della democrazia italiana e di ciò che ne resta, che forse mostrato in un liceo può insegnare qualcosa, anche se non scuote gli animi.
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