Regia di Grzegorz Kuczeriszka vedi scheda film
Quattro ragazzi sprovveduti, un seminterrato buio, un repertorio abusato di torture sadiche. Come uscire da una situazione così spaventosa? No, non è quello che si chiedono i protagonisti, ma il cruccio dello sceneggiatore, alle prese con l’ingrato compito di trovare un senso ai consumatissimi cliché del torture porn (qui, a dire il vero, non particolarmente crudo: le sequenze di tortura si limitano a brevissimi flash). Legato mani e piedi al tavolaccio freddo dell’horror realizzato in copia carbone, il povero autore di script vive un’ora e mezza di incubi e decide che l’unica soluzione ragionevole è scappare. Fuggire dalla pressante richiesta di risposte dei suoi personaggi, magnificamente immersi in luridi chiaroscuri (il regista è un direttore della fotografia, e si vede: i corpi sudici e logori sono esposti a regola d’arte nella luce livida). Così scappa, seguito dai ragazzi che si agitano senza sosta da un buio cunicolo all’altro, legati, appesi a testa in giù, immersi in vasche gelide, per poi svignarsela e acciuffare un cattivo per volta, cercando di farsi spiegare cosa (e perché mai!) stia accadendo nel sotterraneo del manicomio polacco dove si svolge l’azione. Non avranno fortuna, e noi con loro.
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