Regia di Otto Preminger vedi scheda film
La grandezza di Otto Preminger , secondo me, è di essere sempre stato in anticipo sui tempi di almeno un decennio e ciò gli ha creato molti fastidi con la censura negli anni '50. La sua intelligenza al servizio del cinema denota appieno l'origine europea (viennese) e lo pone al medesimo livello di altri esuli quali Pabst, Lang ecc. anche se non è mai stato adeguatamente valutato dalla critica.In questo film si parla addirittura, in un aula di tribunale, di violenza carnale con strappo di mutandine e ricerca di tracce di liquido seminale !! Argomenti assolutamente tabù nel '59 , affrontati con un eleganza di linguaggio che caratterizza tra l'altro tutta la pellicola; più di due ore di colloqui affascinanti e ironici , una tensione continua acuita da uno spendido bianco e nero che accentua i contrasti dei caratteri : l'imputato in divisa bianca, (falsamente) angelico , il pubblico accusatore (un magnifico George Scott al suo primo impegno vero) sempre vestito di nero e implacabile.
La musica stupenda di Duke Ellington (che appare in un cameo) avvolge il tutto e sottolinea adeguatamente i punti più drammatici; e James Stewart giganteggia con la sua aria da uomo qualunque che qualunque non è mai-
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