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Anatomia di un omicidio

Regia di Otto Preminger vedi scheda film

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La recensione su Anatomia di un omicidio

di Furetto60
7 stelle

Legal-thriller, un tantino datato, ma ancora ricco di fascino.

Nella cittadina immaginaria di Iron City, la giovane e provocante Laura Manion, si rivolge all'avvocato Paul Biegler,alias Jimmy Stewart, per fargli assumere la difesa del marito, un tenente reduce dalla guerra in corea. L’ avvenente e ammiccante ragazza, dichiara  di  aver subito violenza carnale dal gestore di un bar e che per questo motivo il coniuge lo aveva ucciso a colpi di pistola, poi costituendosi. L'avvocato, ex procuratore, ora dedito più alla pesca che alla professione, accetta il caso, usando l'unica strategia percorribile: l’infermità mentale, del suo cliente.Svolge le indagini per la preparazione del processo con l'aiuto della fedele segretaria e dell'amico giurista, incallito alcolista. In tribunale, si assiste ad un estenuante dibattimento, si analizza il delitto da svariati punti di vista, approfondendo i fatti e i risvolti psicologici dei vari personaggi. Alla fine la giuria, sposa la tesi della difesa secondo cui l'imputato avrebbe agito in preda a un "impulso irresistibile", e quindi in uno stato di temporanea infermità mentale, assolvendolo. Il film riscosse successo e polemiche, i temi trattati erano all’epoca tabù, ma raccolse ben sette Nomination agli Oscar del 1960 e il premio a James Stewart come miglior attore protagonista al Festival di Venezia del 1959.
La capacità narrativa di Preminger è indiscutibile e fa volare quasi tre ore di film, corroborato dai caratteristi che si avvicendano davanti alla Mdp, aiutati anche da una sceneggiatura brillante. Il tenente Manion, alias Ben Gazzara, gelido e silenzioso, è un personaggio oscuro, militare pluridecorato, avvezzo ad uccidere in guerra, molto geloso, irrequieto ma trattenuto, appare lucido e in grado di intendere e di volere e ciò rende ancora più inquietante l’esito processuale. Allo stesso modo è fortemente iconica Lee Remick, che interpretò splendidamente la ragazza disinibita e spregiudicata, amante della bella vita.
Corre obbligo  citare il grande Duke Ellington.L’artista fu l’artefice della colonna sonora  ed è presente anche in un piccolo cameo, all’interno di un localino, in cui si esibisce, a quattro mani, per qualche minuto proprio con  Biegler. Il film, un bel legal- thriller, anche se un tantino datato, conserva il suo fascino

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