Regia di Harold Daniels vedi scheda film
Proprio bello. E' piccolo e povero di mezzi, ma è un gioiellino. Lo si vede subito dalla prima sequenza, e il buon livello si mantiene fino al suggestivo finale: l'inseguimento nel letto di cemento del fiume quasi secco di Los Angeles (ma che quando s'ingrossa...) anticipa tra l'altro di parecchi anni quello di Terminator 2, e non è escluso che il regista ne abbia preso spunto (tanto questo non lo conosce quasi nessuno...). La trama assomiglia in parte a "La fiamma del peccato" e in parte a "La donna del ritratto" e riflette sui meccanismi che portano un uomo paladino dell'onestà a divenire prima simulatore, poi ladro e complice di malviventi, e infine omicida. La tentazione è costutuita inizialmente dall'infuocata passione per una donna capricciosa, avida e vanitosa. Paradossalmente lei cambia grazie all'amore che prova per lui, questi invece scivola in quel declivio che diventa burrone e poi abisso senza fondo. E' interessante il fatto che rimane impigliato al fatale ingranagio solo tramite un colloquio preliminare con un capo della malavita. Subito dopo cambia idea e se ne chiama fuori, ma l'inarrestabile meccanismo è già avviato, ed è già troppo tardi. Il miraggio è quello solito: la donna amata e molto, molto denaro con poco sforzo. Si tratta solo di rapinare un treno, di infrangere la legge un'unica volta e poi basta, mai più, e vivere ricchi e felici. Ma è un'illusione, preché il crimine chiama crimine e non dà i frutti che promette. Il film costruisce poi molto bene la sensazione di terrore di essere scoperti o magari persino di tradire il tremendo segreto con un passo falso. Non voglio dire che è un capolavoro nel vero senso, ma merita comunque la lode per la grande inventiva e il provato mestiere di coloro che lo hanno - con poco - realizzato. Oggi, invece, spesso avviene il contrario: con budget stellari si fanno film mediocri.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta