Regia di Roberta Torre vedi scheda film
Nel difficile panorama attuale dove il cinema cerca di sorprendere più che di raccontare, questo film è una piccola chicca che forse non è del tutto riuscita, ma durante la visione si respira un contenuto ricco di idee e di riflessioni affidate allo spettatore. Così Roberta Torre decide di affrontare un tema, anzi più temi, che ruotano intorno a un miracolo truffaldino e illusorio nello stesso tempo.
All'inizio del film non riuscivo a capire come la storia avrebbe trovato uno sbocco in un messaggio da trasmettere, in qualcosa da dire per cui valeva la pena di avere girato questo film e per me di averlo visto. Ma poi avviene un cambio di paradigma: una ragazza cieca si presenta alla porta della santa e i ruoli si ribaltano; la storia che fino ad allora sembrava una condanna della speculazione che ruota intorno alla santità e che sul tema già trattato da altri cineasti non sembrava aggiungere niente di nuovo, cambia rotta. Si dipana così la storia di una ragazza che sta cercando solo di trovare un modo di vivere, che forse per vanità o per necessità di esistere si è ritagliata un ruolo, ma che di fronte all'esempio di una cieca che non crede nelle illusioni e nelle speranze vane ritrova se stessa e comincia a guardarsi e a riconoscersi.
Per me il ruolo chiave da sottolineare è proprio quello di Martina Galletta che con il suo ingresso apre improvvisamente gli occhi agli spettatori centrando completamente il messaggio da lanciare: tutti hanno bisogno di credere in qualcosa, il bisogno della speranza è al centro di tutta la vita. Ed è la consapevolezza che trasmette questo incontro a Manuela che le fa dare un taglio a una situazione alienante e insostenibile e la spinge a svelare la verità, prezzo da pagare per riappropriarsi della propria vita. Lo stesso vale per Ersilia che ha trovato finalmente un'amica (o forse una persona debole che ha bisogno del suo aiuto?) a cui confidare la chiave della propria vita e con cui condividere una disperata esistenza.
E allora il miracolo, l'unico vero, arriva, un dono fatto a chi non l'ha né chiesto né cercato, a chi non ha strumentalizzato una persona debole, ma l'ha presa per mano e l'ha aiutata a crescere.
Proprio per questa scelta do un buon voto al film, perché la storia diventa incisiva e centra l'obiettivo che si era prefissata.
Bellissima l'interpretazione di Piera Degli Esposti, sempre di altissimo livello e piccolo siparietto che ci racconta delle grandi verità sul bisogno di speranza affidate all'esoterismo e alla religione per colmare il vuoto dei valori e delle crisi che tormentano le nostre esistenze. Anch'io vorrei chiedere un miracolo a Manuela: magari potrebbe farmi assumere al supermercato dietro casa nel turno dalle 14 alle 18 perché è il turno migliore, senza dubbio... oppure potrebbe conquistare quel posto nella vita che ha tanto desiderato e così facendo assurgere a esempio di quello che l'uomo dovrebbe, imperterrito, ricercare nella conquista della felicità.
Allora, alla fine del percorso, si ritroveranno i baci mai dati e finalmente non si smetterà più di darli.
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