Regia di Pernilla August vedi scheda film
Una fotografia sporca, una mano nervosa e uno sguardo delicatissimo sul trauma e sull’orrore. Debutta così nel lungometraggio una delle attrici più amate da Ingmar Bergman, Pernilla August. Il suo Beyond (aldilà, oltre) racconta una storia di alcolismo e violenza, ma anche la rottura di un fragile equilibrio, quello dell’età adulta di chi li ha subiti. Noomi Rapace è la 30enne Leena, Tehilla Blad è lei bambina, proprio come nella Trilogia Millennium. Leena è costretta suo malgrado a un confronto forzato con il passato, e colpisce di Beyond la crudezza, straziante eppure contenuta, piena a suo modo di speranza. Senza retorica, la August affronta il dolore e la rabbia, scegliendo una pluralità di punti di vista: adulti e bambini, vittime e carnefici, vittime a loro volta. Con un abile colpo di regia, ricompone i tasselli di questo puzzle attraverso un montaggio che alterna tempi lontanissimi. Premio del Pubblico alla Settimana della Critica di Venezia 2010, opera di una mano sensibilissima, bergmaniana, ibseniana. I ricordi, come insegna appunto Ibsen, sono fantasmi, e il male è nelle cose. L’autrice ce lo fa toccare, quasi fosse fisico. Nascosto tra le maglie dei vestiti o nelle tazze della colazione. Si resta intrappolati, esposti. Tutto è dietro, inafferrabile, oltre (ecco).
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