Regia di Alix Delaporte vedi scheda film
Una giovane bella donna in liberta’ vigilata dopo una pena detentiva seguita ad una tragedia familiare, mette inserzioni in uno spazio dedicato a proposte matrimoniali ed incontra in un bar un brusco e impacciato pescatore, che all’inizio pare piuttosto freddo e perplesso dei modi disinvolti della donna. Siamo in una suggestiva e grigia Normandia, sferzata da venti gelidi e mareggiate scomposte. Angèle soffre il distacco dal figlio, affidato ai nonni paterni e si accorge di non riuscire piu’ a comunicare ne’ con lui ne’ con il resto del mondo.
Le difficolta’ nell’accettare la donna, che trova impiego presso il pescatore, sembrano complicare ulteriormente i difficili rapporti tra i due protagonisti ma la solitudine e un senso di tolleranza e solidarieta’ tra umili e disagiati riescono a vincere tutte le resistenze e a far nascere un nuovo promettente nucleo familiare.
Nulla di nuovo in questo corretto film francese, senza guizzi particolari, ma efficace nell’esprimere il disagio e la difficolta’ di ricostruire una nuova esistenza.
La regia insiste sui primi piani intensi della bella protagonista, Clotilde Hesme, un volto piuttosto promettente.
Il protagonista maschile (Gregory Gadebois) sembra inizialmente costretto a trattenersi un po’ troppo e quando nel finale il suo personaggio pare aprirsi alla positivita’ si mostra decisamente piu’ credibile, sciolto e a suo agio.
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