Regia di Andrea Bianchi vedi scheda film
Convinto che possa servire alla creazione del suo prossimo film horror, un regista si reca presso una medium con tutti i suoi attori. La seduta spiritica va storta e lo spirito di Jack lo squartatore aleggia nell'aria: l'horror diventa la realtà.
Un quarto di horror, un quarto di erotismo e la restante metà di nulla assoluto: la ricetta di Massacre è presto detta. Andrea Bianchi, esperto frequentatore della serie B (e di quelle inferiori) del nostro cinema, imbastisce frettolosamente la sceneggiatura e altrettanto approssimativamente la regia di questa pellicola ormai fuori tempo massimo, un film di genere che esce quando il genere è ormai morto e sepolto; ha a disposizione un budget risicato, ma non infimo, e qualche interprete degno di rilievo, più che altro per parti minori (Paul Muller e Maurice Poli - accreditato nei titoli di testa come Polì); altro di significativo, però, in questo film non c'è. La storia segue un canovaccio blando e dall'andamento facile a prevedersi, gli effetti speciali lasciano alquanto a desiderare, vanificando le pretese sanguinolente della trama; gli attori centrali sono in media modesti: Gino Concari, Pier Maria Cecchini, Lubka Lenzi, Robert Egon, Patrizia Falcone; la colonna sonora scimmiotta a tratti il lavoro di Gaslini e dei Goblin per Profondo rosso (1975) di Dario Argento. Un certo tipo di cinema, e più che altro di approccio a esso, stava declinando in quegli anni e con esso furono costretti al ritiro i tanti mestieranti più o meno buoni che ne erano i fautori; Bianchi girerà ancora qualche titolo, per andare in pensione alla metà degli anni Novanta. 2/10.
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