Regia di Andrea Bianchi vedi scheda film
Chiamato a partecipare alla serie horror Lucio Fulci Presenta, che arriverà in televisione (per la quale era stata concepita) solo un decennio dopo ai concordati tempi, Andrea Bianchi scrive e dirige l'ultimo horror della sua mediocre carriera. Per l'occasione sembra cercare di riproporre il mix di erotismo e assassinii in salsa slasher proposto per Nude per l'Assassino. Cambia il contesto ambientale, che passa dal mondo dell'alta moda a un set scenografico in cui viene rappresentato un film horror. Ne viene fuori un non riuscito esperimento metacinematografico che parte in modo molto promettente, per perdersi strada facendo. Il meglio è tutto inserito nei primi dieci muniti. Si parte con un assassinio estremamente splatter, con tanto di decapitazione mostrata in primo piano, e si prosegue con una sequenza (la migliore del film) che, come per il coevo De Profundis (1989) di Luigi Cozzi, si scoprirà essere un momento fittizio destinato a esser montato sul film che i protagonisti stanno girando (e dunque un momento del tutto alieno alla vicenda). Bianchi, attraverso l'attore Maurice Poli, cerca di proporre un discorso sullo sviluppo del genere horror e parla della necessità di svecchiarlo da certi cliché. Un discorso questo interessante e che, venti anni dopo, sarà utilizzato anche da George A. Romero per Diary of the Dead. Purtroppo il buono si ferma qua. La mancanza dei fondi non può essere indicata quale motivo dell'insuccesso, sebbene le sequenze diurne siano di rara bruttezza (con tanto di tenente della polizia che vaga con la sirena in strade completamente deserte). La pellicola, peraltro favorita da qualche raro momento interessante sul versante registico (le sequenze notturne sono fotografate benino), non sa dove andare a parare. I personaggi non vengono caratterizzati e si oscilla tra il morboso (Silvia Conti che si spoglia nuda e si tocca per farsi scrutare, dall'appartamento opposto, da Lubka Lenzi) e il parodistico (Degli Esposti che scimmiotta la Monroe e si atteggia da omosessuale). Dialoghi imbarazzanti, interpretazioni mediocri affossate definitivamente da un doppiaggio pedestre. Paul Muller viene coinvolto nel massacro, ma peggio di lui fa di gran lunga l'emergente Per Maria Cecchini che poi passerà, con miglior costrutto, ai comici estivi di Bruno Gaburro.
La sceneggiatura è sfilacciata, senza né capo né coda. Passa da un discorso metacinematografico a un continuo di palpeggiamenti e scenate di gelosia, in cui trovano spazio ingiustificate sedute spiritiche e un assassino ectoplasmatico che si impossessa degli uomini e uccide per mano di questi risultando sfuggevole alla polizia. Quest'ultimo aspetto non è ben sviluppato. Bianchi sembra quasi voler alludere a Inferno di Dario Argento (l'imprevidibilità e la variabilità del male), ma lo fa senza affrontare la questione. Alla fine le ragioni del massacro, a differenza di Nude per l'Assassino, non vengono spiegate, se non in riferimento alla fuoriuscita di uno spirito malevolo sfuggito, durante una seduta spiritica, a una medium che si esprime con marcato accento russo (omaggio becero a Madame Blavatsky). Decisamente confusionario.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta