Regia di Sanaa Hamri vedi scheda film
Un film su amore e pallacanestro poteva forse non essere girato in chiave black? Non che ci sia niente di male ma il concetto è un cliché già di per sé. Mettiamoci poi che la vicenda vede un campione dell' NBA innamorarsi della fisioterapista che lo rimette in pista dopo un brutto infortunio ed il gioco è fatto: si assiste all'ennesima romcom che più convenzionale non si può. Le implicazioni autoriali di "He got game" sono lontane anni luce così come i gustosissimi siparietti di "Chi non salta, bianco è", tanto più che anche le sequenze di gioco sono di un piattume mostruoso. Il resto è ordinaria e noiosa amministrazione con le classiche complicazioni previste dal genere che portano i protagonisti a separarsi per poi riunirsi nell'immancabile happy end. Queen Latifah e Common se la cavano ma assieme non è che siano particolarmente affiatati o credibili. Meglio Paula Patton nei panni di una civetta arrivista e menzione d'onore per Phylicia Rashad ovvero mamma Claire ne "I Robinson". Se il film di Sanaa Hamri avesse avuto anche un decimo dell' ironia appartenuta all' indimenticata serie anni '80, si sarebbe potuta anche salvare da un'inevitabile mediocrità. Lì però c'era Bill Cosby, scusate se è poco.
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