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La città invisibile

Regia di Giuseppe Tandoi vedi scheda film

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La recensione su La città invisibile

di Lina
2 stelle

Film veramente deludente e pretenzioso che sfrutta con biasimevole furbizia la tragedia attuale del terremoto nell'Aquila per raccontare più che altro le vicissitudini amorose di un gruppetto di ragazzi. Un po' come successe anche per il "Titanic" di James Cameron, con la differenza però che in quel caso almeno si poteva parlare di cinema di una certa qualità e di un cast efficace. Qui invece non c'è nulla di tutto questo. Assistiamo solo ad un filmetto da quattro soldi, a metà strada tra documentario e commedia sentimentale che è molto meno profondo di quel che ha l'intenzione di sembrare. Tutt'altro che disincantato, abbastanza ridicolo, sconclusionato, povero di idee, ma ricco di luoghi comuni e stereotipi (il ragazzo extra-comunitario dall'animo nobile, la ragazza snob un po' razzista che di fronte all'amore rivaluta le proprie convinzioni, il ragazzo rockettaro che sogna di diventar qualcuno, la ragazza timida e bigotta che davanti al ragazzo figo si sbarazza del look castigato da santarellina trasformandosi all'improvviso in una sorta di femme fatale ecc.), con una narrazione ruvida, discontinua, dissimulatrice e ruffiana, presenta una messa in scena scadente e dilettantesca.

Dopo una discreta partenza, inizia ad alternare sequenze mediamente interessanti con altre inutili e noiose. Il tema del dramma vissuto dagli aquilani in verità viene poco approfondito per lasciare spazio a quella che sembra una telenovela giovanile comunque priva di spessore e di originalità. Nemmeno Muccino è mai sceso così in basso come Tandoi è riuscito a fare. Avvalersi di un argomento così serio e tragico come quello del sisma che ha devastato e distrutto l'Aquila per dare vita ad un superbo ed ambizioso polpettone senza nè arte nè parte incentrato su alcuni banali intrighi amorosi, è davvero increscioso. Troppe frasi fatte, troppa ipocrisia ed anche troppe tematiche serie e gravose (il razzismo, le malattie, la morte, la povertà, le calamità naturali, il dover vivere nelle tende, le menzogne furbe, l'inseguimento dei propri sogni, l'arte, la fede in Dio, l'amore puro e disinteressato, ecc. tutte illustrate senza nessuna originalità e senza nessun approfondimento) che si ingarbugliano e si fondono un po' freddamente e calcolatamente (grazie ad un finale che più scontato non si poteva) sullo stesso sfondo, offrendo un ritratto superficiale ed anche poco credibile e realistico della tragedia che colpì gli aquilani.

Un film così brutto, mal-pensato e mal-realizzato non lo vedevo da tempo. Davvero... pessimo ed inguardabile anche il cast che s'è cimentato in delle interpretazioni a dir poco vergognose, anche se devo ammettere che qualche riserva ce l'ho solo per Leon Cino, che essendo più ballerino (ed eccellente senza dubbio) che attore, almeno è giustificabile e dopotutto anche apprezzabile. Il resto però è davvero da dimenticare.

Giuseppe Tandoi

A me il suo stile cinematografico fa schifo.

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