Regia di Giuseppe Tandoi vedi scheda film
il film è un ottimo riassunto della realtà vissuta dagli aquilani dopo quattro mesi dal sisma del sei aprile.
è stato emozionante vedere come uno scenario "tragico", viene narrato nel film in termini ironici, come a sottolineare la forza dei protagonisti del sisma a voler cambiare questa situzione.
l'emozione di rivedere scene che riportano ciò che davvero è stata L'Aquila subito dopo il sisma, carica il film di un brivido ancora più forte: il ricordo nitido di ciò che è accaduto a chi è "sopravvissuto".
Nel film viene messo in luce con particolare attenzione, tutto ciò che ha caratterizzato la vita nelle tendopoli, facendo emergere piccole scene di vita quotidiana che mettono in luce un microcosmo distrutto, evidenziando problematiche all'interno delle singole persone e nei rapporti con gli altri.
sottolinea come sia difficile una ricostruzione interiore, delle proprie abitudini perse dopo il sisma,e della speranza di riappropiarsi di una vita ormai cambiata.
spunti di riflessione che iniziano dalle difficoltà delle famiglie, dei giovani, a recuperare un lavoro, un esame, un amore, a superare differenze culturali e individuali, fino ad arrivare ad una macrorealtà, guidata dalle autorità, che può a volte non aiutare ad andare avanti.......a "ricostruire".
Se venisse cambiato qualcosa il messaggio che il regista ha voluto lanciare non sarebbe più così d'impatto, e non assisteremmo a ciò che realmente è stata la situazione a L'Aquila.
L'Aquila non ringrazierà mai abbastanza il regista per la sua tenacia e passione nell'aver portato avanti un progetto, con la consapevolezza di andare incontro a critiche e all'incertezza di come sarebbe stato l'epilogo del suo lavoro.
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