Regia di Don Roos vedi scheda film
Non mi stupisce che un film così complesso non sia stato distribuito nei cinema italiani. La tensione emotiva che viene trasmessa è molto alta e i temi trattati sono delicati: separazione, perdita della figlia per malattia neonatale e paura dei legami affettivi. La Portman in questo film è ad un ottimo livello, perché mostra in pieno la crisi e la debolezza, oltre che insoddisfazione e impazienza, che una donna può provare alle prese con una vita sociale difficile e sempre giudicata, facendo parte lei ora di una classe sociale alta, visto il compagno con cui vive. I drammi sono tanti, ma non sono troppi: la classica ex moglie fissata e paranoica, il figliastro troppo problematico e a tratti insopportabile, il compagno che non comprende pur amando, il dolore e il senso di colpa per la morte della figlia di pochi giorni. Ma percorrendo un cammino di analisi di se stessa, delle paure dei legami (che poi ci limitano un po' tutti), e cercando di accettare il dolore, Emilia (Natalie Portman) riuscirà a sviluppare il suo personaggio e a cambiare, lentamente come nella vita vera, la sua condizione.
Forse alcuni potrebbero vedere in questo film melassa pura o inverosimiglianza: io, invece, trovo sia perfettamente calato nell'ambiente americano in cui è inserito e tutti i personaggi sono molto veri, molto meno banali e tipizzati di quanto non si pensi. Ciascuno, infatti, si sviluppa e non rimane fisso; ciò non toglie che restino sempre le idee di ciascuno (ma nella vita non è così?! ..eccezioni a parte?!). E forse è proprio questo il tratto "without happy ending" che dona al film realismo ed emozione.
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