Regia di Don Roos vedi scheda film
Molto indeciso,come sono stato,nel propendere tra le 3 o le 4 stelle,ho cercato di focalizzare l'attenzione su quello che il film mi aveva lasciato,sulle cose che si erano infilzate nella memoria come il forchettone nella carne alla brace.
Oltre ad un eccellente colonna sonora,non invadente e con brani davvero di richiamo alla storia (sono andato a tradurre quello di Holly Conlan-You are Goodbye,che tra l'altro ascolto mentre scrivo,e devo dire che c'azzecca proprio,come si suol dire),la cosa che quasi incondizionatamente,involontariamente,inconsciamente resta più impressa è,guarda caso,la straordinaria bellezza di Natalie Portman.
Attenzione,perchè non sto parlando della bellezza di una Victoria Silvedstet che butteresti sul letto dopo trenta secondi che l'hai conosciuta,qui si sta parlando decisamente di un'altra cosa...
Di una bellezza 'commemorativa' dei gesti,dei modi,degli sguardi;una bellezza che saresti disposto a venerare come una religione (tra l'altro su questo sito ce ne sono di adepti!!eheh).
La Portman si prende tutta la scena,nonostante una 'misera' seconda di reggiseno e un personaggio non dei suoi più carichi.
Emilia,infatti,è una madre aggredita dai sensi di colpa,che ha avuto l'innaturale sfortuna di vedersi morire una figlia appena nata tra le braccia.Come se non bastasse il cerchio intorno a lei,piuttosto che farsi più familiare,più caloroso,si dilata mestamente,come la cataratta ad una certa età.
Ed ecco qui che allora subentrano le parole del titolo: l'amore....e gli altri luoghi impossibili...
Da prendere in esame,da scomporre,da cercare,fin dove è possibile,di inseguire.
L'amore è ,come ho letto ultimamente,l'insostituibilità.
E come è vero,diamine.
Per questo non si dovrebbero mai fare i paragoni tra questo o quell'altro amore.
Se amore è stato,è insostituibile.
Come Maradona,forse come Messi,e nessun altro.
Come poter fare un'altro figlio,e dimenticare quell'altro??
Magari mettergli il nome di chi non c'è più e far finta che niente sia successo??
Impossibile.
A questo punto,meglio lasciarsi,meglio incontrarsi per caso una mattina che tira vento e scambiare due chiacchiere,senza il peso,l'asfissia del doversene andare insieme.
Con la coscienza che unici magari sì,ma insostituibili no.
Gli altri luoghi impossibili,invece,sono troppi,forse tutti quelli che non ci appartengono,o per meglio dire che non appertegono al nostro animo in un detrminato momento.
Come poter andare al cinema a vedere un film di fantascienza se non si ha un degno contatto con la realtà??
Non sapremo più distinguere tra la fantascienza e quella che fino a poco prima avevamo creduto che fosse la realtà.
Bisogna lavorare tanto su se stessi per poi affrontare gli altri.
E queste sono cose che sembrano già dette,banali forse,ma alla fine tremendamente difficili da mettere in pratica che vorresti conoscerlo quello che ce l'ha fatta,chiedergli quasi un autografo.
Ci si aggrappa ai ricordi,alle foto che sorridono sempre,alla durezza di una vita che forse conserva un 'progetto',quel famoso 'progetto' che non si capisce mai in quale tubo cilindrico,di quello dei freschi ingegneri o geometri ancora con qualche chewingum attaccato tra i vestiti,sia nascosto.
Forse,l'unica soluzione resta il mettersi ad ascoltare un bambino.
Con quella goffagine che li rende potentissimi (cit. da 'Hanno tutti ragione' di Paolo Sorrentino,come quella sull'insostituibilità...) hanno il dono della verità.
A volte.
Sperando che sia la volta giusta.
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