Regia di Abdellatif Kechiche vedi scheda film
è in definitiva un film su una solitudine immensa nata nella tragedia e morta nella caricatura. e un film s'intende sull'altro lato di questa medaglia e cioè sul livello di crudeltà a cui l'essere umano può giungere. essere umano che include chiunque dallo sfruttatore schiavista, che intende la donna come una sua proprietà e lo scienziato che da della donna definizioni a dir poco raccapriccianti. attraverso una seria di quadri dalla luce spenta e naturale, kechiche, ci mostra come colei he veniva esibita come la venere ottentotta, come a dare allo spettacoli di mostri un'aura favolistica, viene violata fisicamente, mentalmente ed esteticamente, rendendola allo sguardo dei signori occidentali interessante in quanto qualcosa di mai visto. persino un giornalista ritiene più opportuno falsare l'intervista e scrivere di lei che è una principessa di un paese fantastico ai confini del mondo. mondo che comunque per la maggior parte (se non tutti)di coloro che si recano all'ignomignoso spettacolo rimarrà sconosciuto. quindi in modo quasi documentaristico, kechiche ci mostra scene di vita di saartje baartman, che dalla padella del primo sfruttatore, cade nella brace di un laido sfruttatore peggio del primo, che insieme alla prostituta che si porta appresso, allestisce spettacoli sempre più arditi, sino alle dimostrazioni nei bordelli. fino a quando non si smorza il clamore e da novità, saartje è costretta a finire in un bordello e prostituirsi. commercio di cui morirà, divenendo la scultura che si vede all'inizio del film in una sala d'anatomia. la crudeltà che il genere umano ha ben pensato di riservarle terminerà solamente nel 2002 quando finalmente i suoi resti(dissezionata difatti, fino al 1974 faceva "bella" mostra di sè nel musèe de l'homme a parigi)riposeranno in terra natia, dietro sollecito del presidente del sud-africa libero. ottimo kechiche che rende tangibile il suo livore nei confronti di questo ignobile sfruttamento, laido fino allo schifo l'ottimo gourmet, splendida la torres nel suo rassegnato dolore senza fine e ben ritrovata la lowensohn. senza dimenticare la miriade di belle/brutte facce che interpretano i vari personaggi della storia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta