Regia di Saverio Costanzo vedi scheda film
Incomunicabilità e solitudine vengono trattate con l'incedere di un thriller psicologico dove le rivelazioni e i colpi di scena fra paranoie, suspense e slanci emotivi costituiscono la colonna vertebrale del film. La solitudine dei numeri primi vive di questo, di pathos, ma anche di splendide interpretazioni che donano alla narrazione alternata un senso avvincente e coinvolgente, però purtroppo si sfilaccia nel pur coerente finale. Si sgonfia perdendo per strada alcuni personaggi, avvolgendo il racconto in questo turbine malato della mente lasciandosi incastrare in trame fin troppo prevedibili, cogliendo sì le inquietudini di un mondo e di un'età (l'adolescenza e la giovinezza in particolare) a rischio di apparire freddo. Il tutto è messo in scena con uno stile convincente, nell'uso delle locations, nel montaggio, nel sonoro (sia colonna sonora di Mike Patton che audio), rendendo l'opera di Costanzo adattata dall'omonimo romanzo un oggetto interessante e a frangenti misterioso.
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