Regia di Saverio Costanzo vedi scheda film
Numero primo:numero naturale maggiore di 1 che sia divisibile solamente per 1 e per sé stesso.
E uno e te stesso sono i protagonisti del film: uno, gemello, con dei problemi, con una sorella con più problemi di lui, con 2 genitori apprensivi e protettivi e una strana attrazione verso le lame; e te stesso, bambina prodigio dello sci, con padre che vale doppio e madre che vale niente, poi ragazza emarginata perchè claudicante e poco socievole. Sono simili ma opposti, e in quanto tali si attraggono.
Complicità, amicizia, sostegno, orecchie per ascoltare e spalle su cui piangere, e il bisogno spasmodico di tirare fuori quello che c'è dentro, di impedire il masochismo, di essere in due per restare in piedi.
Il diverso, elemento che viene escluso dal gruppo, emarginato a scuola come nella vita, rifiutato dai genitori e ripudiato dai compagni. Attira solo chi è come lui, o chi lo prende in cura, adolescente o dottore che sia.
Angoscia, quella che assale lo spettatore che viene talmente coinvolto da voler entrare nello schermo e spaccare la faccia agli arroganti tredicenni che di aperto hanno solo le gambe e non la testa, che si sentono più grandi a comportarsi da bambini, che non sanno accettare chi non è come loro.
Non ho letto il libro, non so quanto il regista lo segua, ma ci troviamo di fronte a qualcosa che a tratti si avvicina all'horror, che ti tiene incollato alla sedia e che ti fa aspettare la fine come una liberazione... forse anche grazie a Ennio Morricone!
Rohrwacher e Marinelli sono tremendamente bravi, il contorno anche, spicca la Rossellini che invecchiando ricorda quasi quella grande attrice che fu sua madre, in un ruolo tanto tormentato quanto forse fu quello di Europa '51 di papà Roberto.
E quando esci dalla sala ti senti un macigno proprio lì, sullo sterno... vorresti un cinepanettone, ma sei consapevole di aver visto un gran film!
Gigantesca!
Bravissimo
Brava!
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