Regia di Shana Feste vedi scheda film
La vita è fatta di scale, c’è chi le scende e chi le sale, così capita di trovarsi su di un pianerottolo, fermare per un attimo il proprio incontrovertibile percorso, e avere l’occasione di cambiare le cose anche se la forza tende comunque a portarti lungo il tracciato ormai segnato.
Kelly (Gwyneth Paltrow) è una star della musica country in declino, tormentata da problemi personali che le impediscono di esprimersi come un tempo.
Il marito manager (Tim McGraw) ha già trovato la nuova stella (Leigthon Meester), mentre Kelly ha una simpatia per il suo apripista Beau Hutton (Garrett Hedlund), i primi due concerti del minitour del riscatto sono un disastro, quando arriva la data di Dallas che rievoca brutti ricordi alla star e che rimane l’ultima sua occasione per non finire anzitempo nel dimenticatoio.
Il mondo della musica country (ovviamente vi è spazio al canto e su tutte le tracce spicca “Silver wings”) si presta assai bene all’universo cinematografico, tanto più quando va di pari passo con l’alcolismo e i problemi esistenziali (vedasi anche “Crazy heart” con Jeff Bridges).
In questa storia tutto gira attorno alla figura della star in declino, afflitta da problemi personali che soffocano in lei la voglia di vivere, un percorso di alti (pochi) e bassi, con i primi che portano poi a repentine cadute.
E il film è aiutato in maniera sostanziale da una Gwyneth Paltrow in stato di grazia (come il vino, più passano gli anni più diventa profonda e brava) in grado di trasmettere con una candida debolezza sensazioni assai diverse, fino ad una parte finale che è tutta classe ecommozione nel segno del canto del cigno.
Sicuramente il percorso inscenato non è originale, tanti aspetti risultano lampanti in poco tempo e facilmente anticipabili, altri fattori di contorno non trovano uno sfogo effettivo (come la piccola quaglia che sostituisce il figlio perso in gravidanza), ma l’emozione sgorga spontanea a ripetizione fino a trovare il suo culmine nell’ultima mezz’ora, dove tra una visita sinceramente sentita (al bambino malato), uno show indimenticabile, i consigli a quella che sarà la nuova reginetta (un vero e proprio passaggio di consegne), l’uscita di scena definitiva e la scelta di principio di Beau, è impossibile non lasciarsi letteralmente trasportare.
Dunque “Country strong” è una pellicola semplice, ma tremendamente efficace nel rapire lo spettatore, una carrellata di musica country che accompagna le pagine della nostra vita.
Toccante, diretto e immersivo anche se un po’ scontato.
Non un lavoro di fino il suo, ma riesce comunque a far trasparire al meglio i punti di forza della storia che racconta, il che basta ed avanza per rendere particolarmente godibile il film.
Davvero un'ottima interpretazione la sua nei panni di un personaggio che ha davvero tanto da comunicare.
Matura, sempre più bella e molto efficace sia sul versante drammatico che su quello sentimentale.
Bravissima.
Riesce ad essere svampita quanto serve e ha anche un paio di scene nelle quali offrire qualcosa in più.
Più che sufficiente.
Molto a suo agio nella (buona) parte del musicista puro e fedele al suo credo (artistico ed umano), grazie alla quale riesce a dimostrare di essere in una fase di maturazione importante.
Una piacevole sorpresa.
Tra i protagonisti è quello che mi ha convinto di meno, insomma nella parte del manager/marito (molto presente in scena e con alcuni momenti molto importanti da gestire) si poteva fare di meglio.
Comunque sufficiente.
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