Regia di Shana Feste vedi scheda film
La mia conoscenza del country si limita alla produzione di un gigante indiscusso di nome Johnny Cash. Sono ben pochi gli altri nomi che mi possono venire in mente pensando a questo genere musicale, giusto quelli di Patsy Cline e Willie Nelson. A maggior ragione mi è completamente oscura la scena contemporanea, di cui ignoro interpreti e gesta, anche se film come questo "Country Strong" od il buon "Crazy Heart" mi hanno aiutato a farmene un'idea generica. La sensazione è quella di un vero e proprio movimento, molto amato e seguito da un pubblico estremamente tradizionalista, a tratti bigotto ma allo stesso tempo appassionato come pochi altri. In un contesto simile è facile che le star siano effettivamente tali e che ogni loro azione sia amplificata ad un punto tale che il loro effetto sul pubblico possa determinarne la consacrazione o la fine. Shana Feste mette in scena il suo secondo lungometraggio proprio in questo mondo, fra dive in declino (un'inedita ma ancora non del tutto convincente Gwyneth Paltrow), giovani in ascesa (il duo Garrett Hedlund e Leighton Meester è una coppia alla "Walk the line" ma in versione decisamente edulcorata) e produttori eternamente indecisi fra sentimento e carriera (un funzionale Tim McGraw). Un melodramma d'altri tempi condito d'alcol, di gravidanze interrotte, d'invidie e tradimenti, di bagni di folla e depressione. Prevedibile nella costruzione dei personaggi e piuttosto convenzionale sia nella narrazione che nelle riprese live il film ha però il pregio non indifferente di essere sincero al punto da non mostrarci solo rose e fiori ma anche le spine di un certo showbiz rischiando con un finale non del tutto accomodante. Impossibile per me esprimere un giudizio obiettivo sulla colonna sonora, i brani presenti sembrano assomigliarsi un po' tutti ma creano l'atmosfera giusta per quella che è una storia che colpisce più dietro le quinte che sul palco.
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