Regia di Rob Reiner vedi scheda film
Spuntata commedia adolescenziale diretta da Rob Reiner, che in questa circostanza firma uno dei suoi lavori più deboli, ripetendo costantemente una formula, ovvero rivivere ogni fatto attraverso i pensieri differenti dei due giovani protagonisti, che dopo la prima sequenza perde rapidamente quota sembrando più che altro una scusa riempitiva per poter arrivare ad un minutaggio, comunque di per se sempre minimo, tale da poter giustificare l’esistenza del film stesso.
Quando Julie (Madeline Carroll) incontra per la prima volta Bryce (Callan McAuliffe) è subito colpo di fulmine, ma il ragazzino la vede più che altro come un pericolo e non ne vuole sapere nulla di lei.
Crescendo però gli equilibri del loro (non) rapporto cambiano, Bryce scopre di provare qualcosa che non sa ancora ben decifrare per lei, però a causa di alcune sue azioni, quanto meno avventate, sarà Julianna a non volerlo più vicino a sè.
Rob Reiner questa volta non trova il guizzo giusto e lo si intuisce ben presto quando il simpatico giochino iniziale con il primo incontro rivisitato con le differenti sensazioni dei due piccoli protagonisti, viene pedissequamente ripetuto fino alla conclusione (se non per pochissimi frangenti).
Una ripetitività che sommata a quel poco che si vede in scena (anche se il gioco delle parti in evoluzione ricorda con scaltrezza la crescita) non offre molti appigli a cui il film possa aggrapparsi, mentre tutti i personaggi di contorno, le due diverse famiglie che mai hanno fatto breccia l’un l’altra nel corso degli anni, sono lasciati alla mercè, per non dire di peggio visto che in alcune situazioni vengono chiamati in causa (vedi il fratello handicappato del padre di Julie), ma poi abbandonati senza dar loro sufficiente peso.
Ed il finale è di una scontatezza imbarazzante, ovvio che sia la chiusura più razionale (e praticamente obbligatoria), e che nel gesto ci sia la giusta dose di sano sentimento, però a prescindere si doveva tentare di alzare un po’ il tiro per smuovere di più cuore e cervello.
Rimane quindi un film debole che si perde nel mare (decisamente) affollato del genere “commedia adolescenziale”, per carità è anche guardabile nella sua correttezza formale, ma non scatta mai la scintilla.
Non terribile, ma piuttosto inutile quello sì.
Regia di routine lontana anni luce dai bei tempi che furono.
Comprimaria senza colpo ferire.
Piuttosto sveglia e molto attiva.
E' l'elemento migliore del film.
Più che sufficiente.
Il suo ruolo che poco o nulla aggiunge alla storia.
Rispetto agli altri nomi conosciuti del cast è quello che ha un maggior margine di manovra.
Niente di particolare, ma si guadagna il gettone.
Sufficiente.
Son lontani i tempi di E.R..
Perde nettamente la "sfida" con la sua controparte di set al femminile.
Volto che fa sempre piacere incontrare anche se per poco tempo.
Sufficiente.
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