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The Ward. Il reparto

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Ward. Il reparto

di matalacuria
9 stelle

Perfezionando Aja, Carpenter scopre le coordinate esatte entro cui risiede l'Inganno.

Ricordate Alta Tensione di Alexadre Aja? Beh, quando anni fa vidi The Ward per la prima volta, il mio pensiero andò subito al cineasta francese. Perchè aveva (ri)scoperto il modo cinematografico per mettere in scena le allucinazioni, rendendole perfettamente possibili per la protagonista e quindi, secondo una logica di distribuzione empatica, per lo spettatore immedesimato. Nel 2010 il master of horror mette in prima linea di nuovo una ragazza, perfetta combinazione di rrriot girl e tombeuse (ecco cosa mi ha ingannato!): il suo nome è Amber Heard, e nel suo internamento darà grande prova attoriale. Dopo cinque-sei anni dico, spontaneamente, che la corsia di Carpenter è invecchiata come invecchiano i buoni vini e che, anzi, rimarrà alla storia come il secondo o terzo film migliore del regista. Ormai ho peccato di spoileraggio e non posso che andare più a fondo: la nostra Kristen/Alice soffre di disturbo di personalità multipla. Ma questo dato di fatto non rappresenta che il twist finale, prima del quale veniamo lanciati nell'apparenza di una presenza sovrannaturale, che potrebbe virare in tortura da manicomio, che potrebbe virare in mente criminale: però è difficile poter immaginare che TUTTO il campionario umano degente sia un'impalcatura della mente di Alice. Soprattutto perchè, genialmente, Carpenter dissemina il film di indizi che provano l'esistenza effettiva delle compagne di Alice, dando sempre al contempo la lettura alternativa, ovvero che lo psichiatra stia usando le personalità per penetrare nella mente della protagonista. L'espediente ha un circuito perfetto per un film, dal momento che l'inganno è reso visivamente. Oltretutto godiamo di una duplice interpretazione dei personaggi: dal dottore all'infermiera, quelli che ci sembrano i cattivi incarnano invece impotenza, debolezza, diffidenza e ignoranza nei confronti di un cervello straordinario, ma malato.

Considererò sempre La Cosa un episodio insuperabile nella filmografia di John, ma qui la complessità dell'intreccio a più livelli, la qualità dell'interpretazione (un Jared Harris sempre sottovalutato) e la fregatura finale meritano il mio servo encomio.

Lunga vita a John Carpenter!

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