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The Ward. Il reparto

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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La recensione su The Ward. Il reparto

di Houssy
8 stelle

Io ho una personalissima ed estremamente empirica regola di base, per stabilire se un film è davvero valido. Mi corico, aspetto la mattina e se anche dopo alcune (mai abbastanza) ore di sonno, il film mi gironzola ancora in testa, allora significa che ne valeva la pena. The Ward è quel tipo di film, quel genere di pellicola che ti fa destare di buon umore, con il compiaciuto sorriso sulle labbra, di chi sa di aver visto qualcosa di bello. Torna alla grande John Carpenter, dopo un’assenza di dieci anni (Ghost of Mars, 2001) e ritrovarlo, immutato, immarcescibile e insolitamente vitale (almeno lui) è un’emozione difficile da spiegare a parole. In molti hanno liquidato questo film horror come poca cosa, eppure non solo svolge il suo lavoro alla perfezione, non svelando mai troppo presto le sue carte, ma riesce egregiamente anche nel compito in assoluto più arduo per ogni film del terrore, far paura. Rigettando al mittente le modaiole derive torture porn, che tanto piacciono alle platee dell’ultima ora, Carpenter si affida ad una narrazione molto classica, costruita sapientemente e lentamente, grazie ad eleganti movimenti di macchina, studiati silenzi ricchi di suspance ed un sapiente uso del buio della notte e della luce dei fulmini. Senza versare una goccia di sangue e senza calcare troppo la mano, The ward ci riconsegna un modo di spaventarsi atavico ed efficacissimo, in cui perderci ed abbandonarci, in preda al profondo piacere che solo la paura può regalare. Compiendo il miracolo di non farci rilassare mai i muscoli, sempre in perenne tensione come sotto l’effetto di un elettroschock, The Ward piace all’appassionato improvvisato e spalanca il cuore di colui che ne ha viste davvero troppe, ormai non più abituato a spaventarsi genuinamente, senza trucchi, ammiccamenti e gratuite secchiate di sangue. Tornando al cinema dopo un lungo periodo di assenza, Carpenter si riappropria del grande schermo, restituendogli e restituendoci quella dignità che avevamo perduto e che forse avevamo smesso di esigere. The Ward non è certo il miglior film del maestro, ma a partire dai titoli di testa si impossessa dello spettatore, per lasciarlo libero solo all’ultima inquadratura e questo lo sa fare solo il buon cinema. Non è poco, bentornato John.

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