Regia di John Carpenter vedi scheda film
Avviso: questa, più che una semplice opinione, è uno “sbrodolamento” entusiastico sul film da parte di Maghella.
Kristen arriva nella clinica psichiatrica di Medical Lake, fermata da due poliziotti, dopo che era riuscita a dare fuoco ad una vecchia fattoria abbandonata.
Il reparto psichiatrico femminile, appare quasi deserto, con soltanto altre quattro ragazze: Emily, Zoy, Iris e Sarah. Subito si percepisce la presenza di una quinta persona, che riesce nella notte ad intrufolarsi nelle stanze, e a far sparire le pazienti.
La trama di “The Ward” potrebbe finire qui, la storia appare con poche pretese, quasi scontata, e durante lo svolgimento del film, sembra addirittura troppo semplice, con qualche figura stereotipata di troppo, tipo Zoy, che è la tipica ragazzina con le codine ai capelli, lo scamiciato a quadri e calzerotti, che si porta sempre dietro un orsacchiotto di peluche tenendo il dito in bocca.
Dalle prime scene si capisce che fine faranno le quattro pazienti del reparto psichiatrico, da subito si capisce che Kristen con la sua amnesia, custodisce un segreto che risolverà i dubbi del film....eppure...eppure...non si riesce a staccare lo sguardo dal film: la “quinta presenza” è quasi abbozzata, con un trucco da film dell'orrore “anni '80”, la figura del direttore dell'ospedale è davvero “scontata”, la protagonista troppo “eroina”, eppure....eppure....Carpenter riesce a fare di questo film un piccolo omaggio a se stesso e alle sue capacità di regista. E' come se con “The Ward” avesse voluto dire: “ecco: ho fatto un film che in mano a qualsiasi altro sarebbe stato una “boiata”, io l'ho fatto diventare un FILM con tutti i crismi” (perdonatemi l'entusiasmo, mio, di Maghella).
Il continuo balenare dei lampi, la clinica psichiatrica che appare come un Overlook Hotel, le cinque ragazze che svelano la loro personalità deviata, gli infermieri, i tentativi di fuga e le misteriose scomparse dalla clinica...Davvero tutto nel cliché del classico film horror, ma che con la maestria di Carpenter diventa un film “che sorprende”, per come nella classicità del racconto riesce comunque a spaventare, piacevolmente.
La clinica diventa la mente malata di Kristen, le fughe sono solo da sé stessa (capiremo in seguito), i buoni potrebbero essere cattivi, quello che appare mostruoso essere solo una parte nascosta, quella più ammalata....e tanti corridoi...lunghi e bui, illuminati da continui lampi di temporali notturni, addirittura non ci fa mancare neanche l'ansia della scena nella doccia. Insomma, un continuo percorrere quelle che sono tutte le “frasi cinematografiche” del classico racconto dell'orrore.
Che dire? Lo adoro!!!
Carpenter ha dato il meglio di sé in altre pellicole: “La cosa” su tutte, “Grosso guaio a Chinatown”, “Christine- La macchina infernale”, “Essi vivono”, “il seme della follia”, tanto per citare alcuni dei film che mi sono piaciuti...Ma negli ultimi anni, aveva forse “sonnecchiato”, con “The Ward” (film che sappiamo sia stato quasi imposto al regista) si percepisce un certo divertimento nell'elencare tutte quelle caratteristiche che hanno reso grande la sua carriera....(perché....perché non succede anche a Dario Argento?).
Ritornando al film, con il finale e gli ultimi 15 minuti, Carpenter scioglie ogni perplessità sulla storia, ogni tassello per magia trova il suo posto, lo spettatore rimane soddisfatto delle spiegazioni narrative, con tanto di sorpresa finale...ripeto, tutto nel più classico dei modi, ma con la classe del maestro!
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