Regia di John Carpenter vedi scheda film
Gli elementi ci sono: il luogo chiuso, la suspense, le protagoniste femminili, le presenze infestanti, i traumi infantili, i labirinti e la mente, le scene che ti fanno sobbalzare sulla poltrona e quelle che ti fanno chiudere gli occhi, gli inseguimenti, il colpo di scena finale. Carpenter è tornato. L'ambientazione è datata 1966, vuoi perchè i manicomi erano ancora (purtroppo) aperti e operanti, vuoi perchè sono quelli gli anni di formazione dell'autore americano. E vuoi perchè The Ward è un film dichiaratamente appartenente al passato. Un film che ha connotazioni classiche del genere, di cui il regista è uno dei maestri e padri riconosciuti. Da qui la constatazione indiscutibile di un compito svolto con mestiere di ferro. Il tratto distintivo ormai sembra essere proprio questo in ogni operazione maggiore o minore del nostro: la capacità di operare sempre a livello. Bisogna riconoscerne la bravura ma anche la sensazione che non basti. I limiti sono in un'ora e mezza sostanzialmente già vista. Come una rock band che ha scritto la storia della musica e che pubblica l'ennesimo buon album ma si ritrova dal vivo a mettere in scaletta solo i vecchi successi. I coltelli e le accette restano sulle magliette dei fan che si godono il concerto e applaudono.
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