Regia di Paul Haggis vedi scheda film
Operazione rischiosa un remake a soli tre anni di distanza dall' uscita della pellicola a cui ci si ispira. Un azzardo anche per un cineasta talentuoso come Paul Haggis, che si sarà pure innamorato della storia alla base del solido ed onesto "Pour elle" di Fred Cavayé, ma il cui riadattamento è essenzialmente non all'altezza delle aspettative. Girato con i mezzi ed il cast delle grandi occasioni, "The next three days" ha la gravissima pecca dell' inutilità, della scopiazzatura fine a sé stessa, dell'assoluta mancanza di nerbo. Visto dopo l'originale del 2007, il film del regista americano si manifesta in tutta la sua povertà d'idee ed in tutta la sua gamma di scelte sbagliate. Fedele alla pari di una fotocopia sia nella struttura narrativa che in buona parte del girato della prima parte, il terzo lavoro di Haggis non rielabora alcunché ma si limita a seguire le orme del predecessore annullando qualsiasi effetto sorpresa. Quel che è peggio, però, è che Haggis inizia a metterci del suo proprio quando non ce n' è bisogno e cioè nella seconda parte, quella dei preparativi e della fuga stessa, allungando di molto la minestra, diluendo la tensione e peccando di eccessivo didascalismo. Un errore di valutazione, forse uno sconsiderato atto di vanità, fatto sta che il remake finisce per annoiare nonostante la buona prova offerta da Russell Crowe. Liam Neeson rifà Olivier Marchal ma non con gli stessi risultati, Olivia Wilde è sprecata ed Elizabeth Banks semplicemente funzionale alla parte. Potrà sembrare più coinvolgente ed emozionante a chi ignori l'esistenza del film francese con Vincent Lindon. Ad ogni modo, da una penna come quella di Haggis, è lecito aspettarsi molto di più. Perlomeno in termini di personalità ed originalità.
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