Regia di Ben Affleck vedi scheda film
Vivere e morire a Charlestown, Boston. Un miglio quadrato di case basse, in stile coloniale, nucleo abitativo di una classe operaia di origine irlandese. Luogo in cui un bambino sa distinguere un’auto della polizia da una dei federali dal tipo di antenna montata sulla vettura, perché delinquere è un’arte che viene tramandata di padre in figlio e a Charlestown vivono vere e proprie famiglie di malavitosi.
Ben Affleck attinge dal romanzo di Chuck Hogan e torna dietro la macchina da presa per una nuova crime-story. Ma se in Gone, baby gone Boston è lo scenario di uomini posti di fronte a scelte difficili, etiche e morali, in The town la città assurge a protagonista.
In quel dedalo di viuzze strette si consumano le esistenze di criminali e poliziotti monolitici nella propria way of life. Non c’è conflitto interiore nell’animo di personaggi che accettano con disinvoltura e compiacimento il ruolo che la vita ha loro riserbato, siano essi orgogliosamente furenti come Jem o disperatamente fragili come Krista. La città, o meglio il quartiere, irretisce e ingabbia quanto i legami familiari. La molla che lascia intravedere a Doug una vita diversa lontano da Charlestown è l’amore inaspettato e improvviso per Claire, direttrice di banca prima rapinata e in seguito sedotta. Proprio Claire è il personaggio che si staglia maggiormente dagli altri per umanità e voglia di cambiamento, con alle spalle un triste giorno di sole. Ma se Claire porta Doug verso l’alto, è “il fioraio” (un Pete Postletwaite, magnifico Kobayashi invecchiato), autentico burattinaio di Charlestown, ad incatenarlo verso il basso, con minacce e ricatti. Per un avvenire, per nulla garantito, Doug dovrà recidere i legami col passato, in un finale di tensione e violenza. The town è una storia classica, a tratti un po’ scontata, con un finale forse inaspettato, in cui al dinamismo delle rapine fa da contrappunto la forza dei sentimenti e l’onore criminale. Ben Affleck dirige e interpreta. Con lui ci rivedremo, da una parte o dall’altra…della macchina da presa. Meglio dietro.
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