Regia di Ben Affleck vedi scheda film
<<Ci rivedremo, da questa parte o dall'altra>> dice Stephen MacRay (Chris Cooper) al figlio Doug (Affleck): "da questa parte" è la prigione, e Doug, "architetto" di piani criminosi e mente di una banda di rapinatori, sa che seguendo le (inevitabili) orme paterne, può accadere.
The Town è Charlestown, quartiere di Boston realmente noto per ospitare il maggior numero di rapinatori della città; ma è anche una comunità, con tutte le regole e restrizioni del caso, di cui fanno parte Doug e gli altri tre "colleghi": loro rapinano banche, assaltano furgoni porta valori e sono professionali, metodici e determinati, e sanno come non lasciare tracce (interessante l'uso della candeggina per eludere i controlli su fibre) e scoprire le mazzette di banconote rintracciabili.
Lavorano per il "fiorista" (Postlethwaite), torvo individuo, che in un confronto feroce, spiega a Doug la verità sulla fine di sua madre. Durante una rapina in una banca, uno di loro, Jem (Renner), amico fraterno di Doug, sequestra la direttrice (Rebecca Hall), ma dopo averla liberata su una riva (<<cammina finchè non senti l'acqua>>) scoprono che abita proprio a Charlestown; decidendo pertanto di tenerla d'occhio - anche perchè l'FBI incalza - Doug se ne innamora e intreccia con lei, ignara di chi egli sia in realtà, una relazione. Da qui partono i tormenti del protagonista, tra il desiderio di fuggire via e il dovere nei confronti della comunità e di Jem, che per lui si era fatto nove anni di galera, e poi la caccia da parte dell'FBI (che avrebbero più poteri di controllo "se almeno uno di quei bastardi si convertisse all'islam) guidata dal risoluto agente Adam Frawley (Hamm).
The Town, seconda regia di Ben Affleck (anche co-sceneggiatore), è un poliziesco lineare e incisivo, teso e avvincente, ma anche semplice e non molto originale nella trama e inoltre non scava a fondo nei personaggi, troppo bidimensionali: lui, il criminale buono con scrupoli di coscienza, sempre sobrio e concentrato; l'amico, il classico psicopatico, nervoso e incazzoso e pronto a elargire violenze (in ciò ricorda La Rapina, con Russell e Costner); lei, la bella di turno che fa volontariato; il poliziotto, antipatico e dai modi spicci. L'ineluttabile destino del protagonista e le sue scelte sono intuibili, come pure il finale.
Funziona meglio nelle scene d'azione, sin dall'inizio: la migliore è quella dell'inseguimento, con tanto di sparatorie, nelle strette strade cittadine, con Doug e gli altri che indossano "screamanti" maschere da suora; Affleck sa come descrivere in maniera convincente il quartiere e le dinamiche che lo disciplinano (il poliziotto che si gira dall'altra parte mentre loro cambiano auto) ed è accurato e senza sbavature nelle scene di azione, con inusuali prospettive nello svolgimento di un pestaggio.
Come attore, Affleck, nonostante l'impegno e il phisique du role, i soliti difetti: dallo sguardo imbambolato alla povera gamma espressiva; per gli altri: efficace e credibile Jeremy Renner, davvero un ottimo attore; piuttosto ordinaria la Hall (ma forse il ruolo non offriva molte opportunità); grande Pete Postlethwaite, cattivissimo, anche nell'atto di togliere le spine da una rosa; intenso il cameo di Chris Cooper, uno degli attori più sottovalutati degli utimi anni; non comprendo invece tutto questo entusiasmo per Jon Hamm, qui anonimo e non particolarmente brillante, meglio Titus Welliver, che interpreta un collega: volto penetrante e ambiguo, avrebbe meritato più spazio e si sarebbe potuto svilupparne il personaggio (viene solo abbozzato il fatto che era uno del quartiere e che lo aveva tradito).
In definitiva, un discreto action dal ritmo serrato, che scorre liscio e piacevole da guardare, nulla di più.
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