Regia di Ben Affleck vedi scheda film
Dopo il cupo “Gone Baby Gone”, Ben Affleck ritorna dietro la macchina da presa e conferma, non senza mia sorpresa, che oltre alla “mascella di ferro”, il ragazzo possiede effettivamente un buon talento per la regia. La fatica fatta dal sottoscritto per poter assistere all’anteprima in originale del film, grazie alla rassegna Panoramica presente in questi giorni a Milano, è stata insomma ben ripagata. Rispetto al film di esordio, “The Town” ha una struttura più semplice e convenzionale: è infatti un classico poliziesco americano con venature sentimentali (momenti che riescono a non essere scontati grazie alla malinconica bellezza della protagonista Rebecca Hall), in cui ritroviamo duri rapinatori da una parte e implacabili poliziotti (un grande John Hamm) dall’altra. Niente di nuovo dunque nello spunto iniziale. E tanto meno poi nel suo esito finale. Ma sin dall’incisivo e palpitatnte prologo si capisce subito che non si respira l’aria preconfezionata e plasticosa di molto cinema hollywoodiano di oggi: ma un’aria più sincera, vicina nello spirito più al cinema anni ’70, come già accadeva in alcuni altri recenti buoni polizieschi made in USA (Pride and Glory). “The Town” non ha a questo proposito sequenze fiammeggianti all’altezza ad esempio di “I padroni della notte” di James Gray: ma nel suo insieme, finisce a mio avviso per avere un aspetto persino più solido, sicuramente privo di pause e cadute di credibilità. Merito di un soggetto che non si concentra solo sulle scene d’azione, che ci sono (le rapine, l’assedio finale) ricche di tensione, tese ed accurate: e/o sul fascino dei protagonisti. Ma piuttosto sull’atmosfera di tutta l’ambientazione. Affleck regista sembra conoscere veramente bene quello che narra. Non si limita insomma ad “impaginare” il racconto, come fanno molti colleghi. Descrive in modo convincente “Charlestown”, il quartiere malavitoso di Boston, da cui il protagonista vorrebbe venir via. Riesce a far capire benissimo come a volte sia impossibile percorrere strade diverse da quelle dei padri (ottimo il cameo di Chris Cooper). E quando ci si prova, come il nostro protagonista (anche Affleck attore se la cava bene per una volta) c’è sempre qualcuno, persino gli amici fraterni (un ottimo Jeremy Renner, lo psicopatico della banda che richiama quasi alla mente, nella sua furia ed incoscienza, il mitico Joe Pesci di “Quei Bravi Ragazzi”) che ti rammenta, se il caso con inequivocabili minacce (potente anche il monologo di Pete Postlethwaite) che proprio non si può. Più semplice mandare affanculo (bella l’idea del bigliettino sul parabrezza e il suo successivo “passaggio” nelle mani dell’avvocato) gli agenti FBI, con le loro auto riconoscibilissime persino dai bambini di 6 anni del quartiere. Loro, insieme ai poliziotti, non hanno modo di sorvegliare giorno e notte neanche i sospettati: non hanno il controllo del territorio. Potrebbero forse averlo, riprendendo una sarcastica battuta del film, solo se i malavitosi fossero in realtà tutti terroristi islamici. Purtroppo non è solo una battuta. Voto: 7,5
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