Regia di Ben Affleck vedi scheda film
Un gruppo di rapinatori di banche, capitanate dal duro ma comprensivo Doug MacRay mette a segno un altro colpo nel quartiere Charlestown di Boston. Le cose non andranno come speravano e si troveranno braccati dalla polizia e dall’F.B.I..
Ben Affleck, alla sua seconda prova sulla lunga distanza dietro la macchina da presa dopo “Gone, Baby, Gone” del 2007, si cimenta in un crime-movie ad ambientazione (ancora) bostoniana e si ritaglia il ruolo del protagonista principale, il deciso ma benevolo Doug McRyan. L’ispirazione del regista (a questo punto preponderante e qualitativamente superiore rispetto alla sua attività di attore) si concentra, fin dall’incipit, su una notevole e ben rappresentata verve action, infarcita di ottime rappresentazioni degli inseguimenti automobilistici in una città, Boston, caratterizzata da un’architettura “irish” molto spigolosa, con strette viuzze e dislivelli repentini. Questi aspetti, uniti ad una fotografia “nuvolosa”, aumentano la percezione di fisicità meccanica dei bolidi lanciati a tutta velocità e della messe di pallottole esplose da guardie in caccia e ladri in fuga. Esemplare, in questo senso la lunga sequenza centrale della rapina al furgone portavalori e della lunga sparatoria finale, anche se questa, per l’uso orizzontale degli spazi ripresi e per l’aria guerresca del tutto, paga più di un debito al Michael Mann di “Heat – La sfida” del 1995. Dove, purtroppo, vengono fuori le (vistose) pecche della mano registica è nella qualità della sceneggiatura (scritta anche dallo stesso Affleck) che, seppur caratterizzata da alcune buone trovate, propone sequenze e situazioni estremamente incoerenti e palesi buchi di sceneggiatura, rendendo altamente inverosimili alcuni sviluppi narrativi (tutta la polizia della città, nonché l’F.B.I., è sulle tracce della banda di rapinatori e loro, bel belli, organizzano rapine e mantengono arsenali nelle proprie abitazioni come se fosse la cosa più naturale del mondo, senza che i prodi tutori della Legge pensino di pedinarli o sorvegliarli strettamente..). Difetti che, seppur inficianti la godibilità dell’insieme dei dialoghi tra i vari protagonisti principali, vengono annegati dietro una cortina (dolosa o meno) di spumeggiante, sfrenata e spensierata azione. Gli interpreti, anche lo stesso Affleck (che invecchiando, per fortuna, ha perso la sua stucchevole espressione da “boiled fish”), se la cavano sufficientemente bene, con un picco nel cameo del compianto Pete Postlethwaite, nei panni del boss Fergus “Fergie” Colm detto “il fiorista”.
Ridondante.
Promettente.
Decadente.
Riluttante.
Suscettibile.
Inconcludente.
Ostaggio.
Patriarcale.
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