Regia di Monte Hellman vedi scheda film
Era il 1959 quando Roger Corman commissionò ad al giovane Hellman il completamento del film Ski Troop Attack (Assalto alla fanteria di montagna, 1960), un film di azione girato in una stazione sciistica del South Dakota. Fu così che Corman, con una ben nota mossa commerciale, ordinò al giovane Hellman di girare, con lo stesso cast e le medesime location, un gangster movie a basso costo che prevedeva la presenza di un misterioso mostro. In più occasioni Hellman ha affermato che Beast From Hauted Cave si trattò di un remake in salsa horror di uno dei film preferiti da Corman, Key Largo (L’isola di corallo, 1948) di John Huston . Le componenti sono delle più classiche: un furto, una banda di ladri che scappa con il malloppo, il bello di turno che si innamora della ragazza del gangster e l’immancabile mostro misterioso che fa strage di sangue umano. All’epoca Hellman era solo un apprendista e non gli fu neanche permesso di montare il girato. Dunque tra tutti i film di Hellman, Beast From Haunted Cave è senza dubbio il film più ‘alla Corman’. Qualcosa però non torna. In una intervista Hellman afferma:
<<[…] Era un opera su commissione, e non una mia scelta. La mia situazione è sempre stata quella. Il produttore mi scrittura, mi dà una sceneggiatura che non mi piace per niente, gli propongo qualche modifica e alla fine ci ritroviamo con una sceneggiatura molto diversa>>.
Se lasciamo da parte il suo rammarico per la mancata scelta del soggetto, questa risposta ci dice che Hellman persino nella sua prima esperienza cinematografica mise mano alla sceneggiatura. Con delle modifiche apparentemente insignificanti, Hellman diede un senso alle piccole cose trasformando un qualunque monster movie in una, seppur rudimentale, prima opera d’autore. La presenza del mostro è una costante in questi anni, specie in un certo genere di fantascienza (Sci-fi); mostri ingenuamente buffi per le loro sembianze ma terrificanti per quello che rappresentano. Anche in Beast From Haunted Cave il mostruoso essere, semina il panico ma rimane sempre innominato. Il terrore che provoca non deriva solo dalla sua (presunta) mostruosità quanto più dalle ragioni della sua esistenza: di cosa si tratta? Da dove viene? Perché è proprio li? Da quali intenzioni è mosso? In una intervista, Hellman ha ammesso che era più interessato alla figura del gangster che a quella del mostro, ma la presenza di qualcosa di così indescrivibile all’interno della storia è meno scontata di quanto possa sembrare. Lo stesso discorso vale per il senso di claustrofobia che si crea nello chalet durante la tempesta di neve. Sembra quasi che il mondo intero si riduca ad una casa dalla quale non è possibile uscire; un senso di chiuso che spinge i protagonisti a scontrarsi tra loro inscenando delle situazioni non lontane dal western. È così che non siamo più di fronte al classico film dell’orrore bensì ad un frenetico misto tra gangster, horror e western. Tutti questi elementi rendono Beast From Haunted Cave qualcosa di più di un semplice film commissionato da Corman. Paradossalmente potremmo dire che ci sono più elementi hellmaniani che cormaniani e allora che importerebbe se il mostro fatto di cartapesta costò meno del noleggio dello chalet tra le montagne?
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