Regia di Edgar G. Ulmer vedi scheda film
Il film è essenzialmente uno studio sul personaggio della protagonista, e possiamo dire che parlare di studio non è esagerato, viste le sue estreme ambiguità e complessità. Si direbbe persino che Ulmer si sia sforzato di renderla il più ambigua possibile, al limite della verosimiglianza. Malvagità e perfidia sembrano convivere in lei con (alcuni) slanci di altruismo quasi incomprensibili; tuttavia, fatta la somma algebrica del bene e del male presenti in lei, essa è ampiamente negativa. Le stesse buone azioni hanno un'ombra di falsità e di calcolo, e forse sono compiute per apparire bene di fronte agli altri. La protagonista poi è ambiziosa, avida, molto irrequieta, simulatrice, falsa. Ordisce seduzioni, inganni, e usa degli altri. Chi sta nella sua vicinanza si può dire che è in pericolo. L'ultimo misfatto che partorisce è uccidere per gelosia l'uomo che ama, solo a partire da un minuscolo e ingannevole indizio. Insomma, per tutta la vita distrugge e uccide tutti coloro che vivono attorno a lei, e infine distrugge se stessa. A parziale attenuante nei suoi confronti valgono il suo essere orfana di madre e il padre ubriacone e possessivo; neppure di lui, a dire il vero, si capisce se la sua apprensione sia sano interessamento per il bene della figlia, o una passione corrotta che confina con l'incesto. Devo comunque ammettere che la perfidia del personaggio di lei, mista a inspiegabili buone azioni, mi ha lasciato dentro un lieve senso di disagio.
Detto questo, va anche precisato che il film è ben girato, ben recitato, e di buona efficacia drammatica. Per il resto, cosa volete, mi pare che Ulmer, dove non è terribilmente pessimista (Detour), racconta storie molto problematiche e disturbanti. Come questa.
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