Regia di Mark Romanek vedi scheda film
Storia di cloni impotenti, come il film del resto. Cinema laccato, fotografia da vernissage, recitazione in punta di fioretto, ma sostanza maldestramente ambigua, da redarguire ad ogni minimo passo.
In una fantascienza retroattiva collocata nel nostro passato (dagli anni '80 in poi), si allevano cloni ad esclusivo beneficio di un'ipotetica utenza benestante.
La storia è narrata in prima persona da Kathy, che ripercorre adolescenza e giovinezza assieme ai suoi due amichetti: Tommy, di cui è segretamente innamorata fin da piccola, e Ruth, che glielo soffierà sul più bello giusto per farle dispetto.
Crescono in un collegio speciale, sanno che sono cloni di esseri umani e che serviranno da “umanoricambi” (anche se una solerte insegnante in crisi mistica glielo comunicherà già in tenera età - altra incongruenza: ti prendono ad insegnare in un posto molto, diciamo, delicato, e non t'avvertono a chi stai insegnando? Ma dai! Infatti verrà allontanata subito dopo la rivelazione... -).
Comunque a questi ragazzi, a tempo debito, non verrà nascosta la loro reale identità, e la cosa che sorprende è che nonostante siano in tutto e per tutto soggetti a sentimenti - tant'è che s'innamorano, nutrono desideri, aspirazioni, gelosie, e voglia di vivere la loro vita -, alla fine ci appaiano troppo, e stranamente, rassegnati a quest'esistenza a breve termine. Difetto del romanzo da cui è tratto il film? Non lo sappiamo e, alla fine, neanche vogliamo saperlo. C'ha comunque poco coinvolto il film ed ancor meno stimolato. Certo non vorrei un pezzo di ricambio cosi amorfo se mai, un giorno, in una società che evolvesse in questo senso, dovessero sostituirmi, chessò, il cuore..
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