Regia di Gore Verbinski vedi scheda film
Un camaleonte rinchiuso all'interno di una casetta, amante della recitazione, finisce per caso nel deserto, a seguito di una sterzata nell'auto dei suoi padroni. Vagando nel deserto, incontra Borlotta, un'iguana del deserto che lo porta nella sua cittadella, chiamata Polvere. Qui, il nostro protagonista si farà conoscere con il nome Rango (riduttivo di Durango, nome di una bevanda del luogo): fa finta di provenire dal Far West, di aver ucciso per la legge, ma andando avanti col tempo, Rango dovrà fare i conti con sé stesso e sul suo io.
Immagine spettacolare, miracolosa nell'eventuale risorgimento animato del western: "Rango" di Verbinski, regista conosciuto al pubblico per il filone interminabile dei "Pirati Dei Caraibi", ma anche per il remake di "The Ring", riesce finalmente (almeno dal mio punto di vista) a realizzare un film perfetto in ogni punto di vista. Il richiamo citazionista dei film western ricade nella trama coerente, interessante, emozionante e spettacolare. La depressione del protagonista viene "aggiustata" con il cambiamento psicologico, e non, di sé stesso: fingere, per lui, é l'arma migliore per dimenticare la sua vera persona, che non é mai esistita. Devo ammettere, poi, che la realisticità dell'animazione consente, da parte dello spettatore, di trovare particolari interessanti nei vari personaggi, che mostrano un certo spessore, sia a livello caratteriale che scritturale: non a caso, gran parte dei villain e non sembra essere al pari del protagonista. La tensione che si cela nel cartone giustifica gran parte delle scene dark, quali ad esempio quella del sogno di Rango nel deserto, ma anche l'inizio, quando perde quei pochi "amici" che ha.
Sensazionale.
8½.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta