Regia di Gore Verbinski vedi scheda film
Questo insolito e interessante film d'animazione si può considerare a tutti gli effetti il primo film d'autore del regista Gore Verbinski, salito alla ribalta con la trilogia dei Pirati Disney.
Libero dalle logiche e dalle regole dell'intrattenimento politicamente corretto e a misura di bambino volute dalla casa di Topolino (ma da lui in realtà infrante in un paio di occasioni tanto da meritarsi un rating pg13 per tutti e tre i film), qui da' sfogo alla sua vena più irriverente, visionaria e fortemente western. E in effetti questo cartone è un puro omaggio al west, alla sua leggenda e alla sua storia cinematografica; non mancano però anche i richiami alla filmografia di Johnny Depp, che nella versione originale ha prestato voce e mimica al protagonista. Dal look alla Raoul Duke di Paura e delirio a Las Vegas (lui e Dr Gonzo compaiono brevemente su un'autostrada), alle visioni oniriche con pesce rosso volante, richiamo ad Arizona Dream, al corvo dallo spirito indiano che ricorda il Nessuno di Dead man, fino alla logorroicità e alla boria da eroe mancato stile Jack Sparrow. C'è anche un'intera sequenza nel deserto di sabbia bianca con la lucertola che viene trasportata da un'esercito di bacarozzi che ricalca un momento di Pirati dei Caraibi: ai confini del mondo (lo scrigno di Davy Jones).
Al di là di queste chicche per cinefili, la trama è semplice e lineare, quasi classica: la scoperta della propria identità; ma condita con frequenti inserti di metacinema, una sottile critica ambientalista, personaggi ben caratterizzati, una grafica accuratissima e originale nel disegno degli animali antropomorfizzati; la fotografia è ottima, da far invidia ad un film dal vivo, la colonna sonora infine è molto gradevole, dall'impronta messicaneggiante.
Non mancano però alcuni difetti: innanzitutto i dialoghi non sempre brillano per vivacità e ironia, e la narrazione è spezzettata dall'alternarsi di azione, storia e divagazioni assolutamente incomprensibili per i più giovani, cosa che influisce un pò sul ritmo poco fluido e si ritorce sulla percezione della durata, già di per sè considerevole.
Ciò non toglie che ci sono alcune scene di notevole impatto, come quella dell'attacco dei pipistrelli o dello scontro con il falco e con il serpente a sonagli.
In conclusione però Rango è un esperimento non completamente riuscito perchè sembra mancare di spontaneità: risulta troppo pretenzioso nel suo voler al contempo stupire, omaggiare e reinventare; troppo carico di riferimenti per reggersi da solo e apparire completamente originale; troppo d'elite nel suo linguaggio, non adatto ad un grande pubblico.
E' un film che comunque merita la visione e che riuscirà a divertire gli ammiratori del genere western, i fan di Depp e quelli dell'animazione digitale d'avanguardia, nè Pixar nè Dreamworks.
Un camaleonte in crisi d'identità con la passione per la recitazione, si trova catalputato per puro caso in un piccolo paesino del deserto che lo elegge nuovo sceriffo. Dovrà affrontare dei veri cattivi e scegliere la sua strada.
Stile mariachi, con l'inconfondibile apporto di Hans Zimmer.
Più ironia, un pò meno momenti psichedelici.
Qui anche sceneggiatore, dimostra la sua bravura nel dirigere scene di impatto per lo spettatore senza dimenticare la cura dei personaggi. Eccede un pò nell'accumulo di registri diversi.
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