Regia di Anatole Litvak vedi scheda film
Il critico Curtis Brown nella sua biografia di Ingrid Bergman scrisse: "Ma il film in definitiva è interamente della Bergman. Disperazione, sospetto, stanchezza, follia, dubbio, fiducia, entusiasmo: la sua parte richiede ognuno di questi stati d'animo e l'attrice riesce ad esprimerli tutti". Per questa sua performance, l'attrice vinse un secondo premio Oscar, ma personalmente continuo a preferirla nella trilogia di Rossellini formata da "Stromboli", "Europa 51" e "Viaggio in Italia" o nei film di Alfred Hitchcock come "Notorious", oppure nel mitico "Casablanca". Il film è una versione piuttosto edulcorata di un fatto di cronaca che riguardava una presunta Anastasia Romanov scampata alla strage della rivoluzione d'ottobre e adescata da un generale russo in trasferta a Parigi per incassare la cospicua eredita' dello zar. Non c'è genialità ne' nella regia ne' nella sceneggiatura, ma il film scorre senza grossi intoppi e lo si segue con un certo interesse soprattutto nella seconda parte, quando si giunge al confronto risolutivo con l'Imperatrice esiliata in Danimarca interpretata da Helen Hayes: una scena madre risolta in maniera avvincente, forse la migliore del film. Resta un veicolo per l'attrice svedese che ripaga con il suo consueto talento e fu perdonata da Hollywood dopo lo scandalo del suo matrimonio con Rossellini, fortemente osteggiato in America, ma oggi risulta un po' invecchiato.
Voto 7/10
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