Regia di Aamir Khan vedi scheda film
Chissà perchè ho sempre provato una certa diffidenza per quell'enorme industria cinematografica(la seconda al mondo) che risponde al nomignolo di Bollywood.Il problema è che la maggior parte dei prodotti esportati erano troppo attenti al mercato estero a cui si rivolgevano(snaturando in parte le caratteristiche del cinema indiano) oppure opere ibride studiate apposta per mescolare per fini commerciali i canoni estetici bollywoodiani con storie più intelleggibili per chi indiano non è.E' questo il caso di The millionaire che ha riportato a casa un bastimento carico di Oscar e che nella mia modestissima opinione è solo un grosso equivoco,prodotto furbetto confezionato alla grande,un po'come quegli spettacolini folkloristici che non dicono nulla del luogo in cui vengono rappresentati perchè fatti a esclusivo uso e consumo dei turisti di bocca buona.Proprio per questi motivi mi sono avvicinato a Taare Zameen Par con una certa diffidenza.Spigolando qua e là ho letto che questo rappresenta il debutto da regista di Aamir Khan(il Tom Cruise indiano che qui si riserva la parte dell'insegnante), che è stato il primo film indiano ad essere stato distribuito in dvd dalla Walt Disney Entertainment e che ci furono polemiche nel 2007 quando fu escluso dalla cinquina di titoli che concorrevano all'Oscar per il miglior film straniero.Il film racconta la storia di un bambino fonte di problemi in una famiglia benestante indiana.Ishaan nonostante sia molto dotato nel disegno,sia molto vivace e intelligente ha grossi problemi scolastici.E i genitori si convincono a mandarlo in un collegio.Qui incontra un insegnante di educazione artistica che capisce quale sia il suo problema.Ishaan è dislessico e quindi ha bisogno di un assistenza particolare.Pur essendo dotato di intelligenza superiore non può essere compreso da chi si affanna a insegnargli a leggere,scrivere e a fare di conto.E'un film molto lungo(circa due ore e quarantacinque) ma sono ridotte al minimo le incursioni folkloristiche tipiche del cinema bollywoodiano.L'Aamir Khan regista trova una misura ammirevole nel raccontare una storia così semplice eppure a così alto potenziale di inutile retorica.La cinepresa cattura le emozioni del bambino e nel contempo riesce a far venir fuori anche le nostre che stiamo guardando il film senza usare espedienti ruffiani giusto per cercare un po'di facile commozione.Ishaan è come una perla racchiusa in uno scrigno prezioso di cui bisogna trovare la chiave per aprirlo,il suo probema è la ragione del suo isolamento dal mondo reale per rifugiarsi nel suo mondo di fantasie senza lettere e senza numeri.E la famiglia che dovrebbe proteggerlo si rivela invece uguale a quelli che infieriscono su questo bambino di 8 anni.E'comunque un film in cui i buoni sentimenti sono sparati come se fossero palle di cannone,col giusto mix di tristezza e ilarità,tutto tinteggiato a colori pastello in un cromatismo aggressivo ma decisamente piacevole e con un protagonista bambino assai bravo(il piccolo Darsheel Safary che sembra il figlio di Ronaldinho con quella rastrelliera di denti) e un divo,Aamir Khan, che accetta di mettersi al suo servizio sia davanti alla macchina da presa con un improbabile acconciatura con capelli a banana,sia dietro la macchina da presa,riuscendo a catturare tutta la spontaneità del piccolo.E'un film da consigliare,uno dei pochi film forse veramente adatti sia ai bambini che agli adulti e che,cosa rara per me,abbiamo avuto modo di vedere tutti assieme in famiglia per poi piacevolmente discuterne terminata la visione....
regia di buona fattura
veramente bravo
ammirevole per come faccia da spalla al bambino
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