Regia di Aamir Khan vedi scheda film
"Stelle sulla terra" è un film indiano che in Italia credo non sia stato neanche distribuito nei cinema e doppiato direttamente per la Tv, che affronta lo spinoso tema della dislessia in età scolastica ed è diventato il raro caso di un film "pedagogico" che spesso viene mostrato anche nelle nostre scuole; io stesso l'ho mostrato recentemente in due classi dove lavoro e l'accoglienza dei ragazzi è stata molto calorosa, in un caso addirittura entusiastica. La versione italiana passata sulla Rai è tagliata però di circa 40 minuti, e mi è venuta la curiosità di vedere l'originale, che è disponibile su Youtube con sottotitoli in inglese (la lingua originale è l'Hindi e non il Bengali). La storia di un bambino di 8 anni, Ishaan Awashti, il cui rendimento scolastico è gravemente inficiato dai disturbi di apprendimento che però non vengono compresi né dalla famiglia né dai maestri, col risultato di causargli un crollo emotivo e l'allontanamento dalla famiglia per andare in un collegio, dove l'incontro con un maestro "illuminato" risolverà la situazione, è narrata secondo le cadenze melodrammatiche del cosiddetto cinema di Bollywood, anche qui pieno di canzoni (alcune delle quali hanno delle parole molto belle, soprattutto "Taare zameen par" che dà il titolo al film). Siamo insomma all'interno di logiche più commerciali rispetto al linguaggio autoriale e depurato di maestri come Satyajit Ray o Ritwik Ghatak, che per me rappresentano il punto di riferimento assoluto quando si discute di cinema indiano, ma bisogna riconoscere comunque numerosi pregi al film, un trattamento della materia non banale e piuttosto ispirato nonostante certe inevitabili semplificazioni, una regia spesso dinamica dell'esordiente Aamir Khan, fino ad allora noto soprattutto come attore. La versione integrale soffre comunque di lungaggini, soprattutto nella prima parte ci sono alcune scene il cui taglio non ha nuociuto in quella italiana scorciata, che risulta effettivamente più appetibile soprattutto per il pubblico infantile o adolescenziale, che faticherebbe con una durata di quasi tre ore. Il film ha momenti toccanti, commoventi ed anche emozionanti pur con qualche concessione alla lacrima facile, ha belle invenzioni di regia (tutta la scena della gara di pittura è un pezzo di bravura, validamente supportato da musiche tendenti al rock), ha almeno due o tre sequenze dal valore pedagogico esplicito, in particolare quella in cui il maestro Nikumbh cita tutta una serie di artisti e pensatori che con le loro innovazioni hanno cambiato il corso della storia pur avendo difficoltà di apprendimento, e che fa pensare inevitabilmente a "L'attimo fuggente". La semplificazione a tratti risulta nel voler dare cadenze di favola troppo programmatica alla vicenda di Ishaan, mentre un approccio più realista non avrebbe guastato nel renderlo più concreto e universale; tuttavia il film raggiunge il suo scopo di sensibilizzare l'animo del pubblico progressista a cui è rivolto, anche occidentale, e si dirà che questo è già un obiettivo tutt'altro che scontato, anche se non si conosce bene la realtà produttiva in cui il film è inserito e si ha qualche legittima difficoltà a contestualizzarlo. Nel cast molto azzeccata la scelta del giovanissimo Darsheel Safary, mentre il regista Khan è perfettamente a suo agio nei panni del maestro e i comprimari risultano generalmente efficaci. Un film che consiglio dunque di vedere anche al di fuori delle scuole per i suoi contenuti, mentre per quanto riguarda lo stile siamo ad un livello di buon artigianato, certo non di fronte al genio di Ray, ma Khan ne è consapevole e non ha la presunzione di voler fare il maestro a tutti i costi.
voto 7/10
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