Regia di Roger Michell vedi scheda film
La cosa che ci si chiede con questa commedia del regista di due intriganti film drammatici con Daniel Craig, L’amore fatale e The Mother, e del sentimentale e sovrappeso asso del botteghino Notting Hill, è se noi abbiamo, e qual è, un programma così imbecille come Daybreak, dove una conduttrice molto ex Miss Bellezza discute come si possono riutilizzare le bottigliette vuote di shampoo o come si prepara salsiccia e purè con un ex reporter di guerra di fama mondiale piuttosto alcolizzato. Su questo programma, sulla sfida al successo impossibile del mediocre, sulla composizione dell’acrimoniosa guerra di conduttori, si gioca la carriera una rampante produttrice più volenterosa che cinica. Dalla sceneggiatura standard di Aline Brosh McKenna (Il diavolo veste Prada) si cerca una strada di regia per divertire con i paradossi della Tv dietro le quinte. La McAdams sprizza e sprazza, annunciando un exploit nel nuovo film di Woody Allen. Davanti all’idiozia televisiva, la maschera esterrefatta di Harrison Ford è un buona ipotesi di lavoro per l’identificazione dello spettatore, tra discrete battute, battibecchi manieristici e tempi flosci. Diane Keaton non gli fa solo da buona spalla, lo istiga e, a volte, funziona. Che piacere ritrovare il morbido ed elegante Goldblum che non è potuto diventare il Jimmy Stewart che c’è in lui. Cotto e mangiato.
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