Regia di Saverio Smeriglio, Andrea Goroni vedi scheda film
Ardua impresa, quella di esprimere un giudizio sull’opera prima di Saverio Smeriglio (coadiuvato da Andrea Goroni). Marchigiano, classe 1977, ha dato alle stampe nel 2006 un romanzetto omonimo, vagamente new age, alimentato dalla sua passione per il surf. Un affermato manager sulla trentina si accorge di colpo di condurre una vita totalmente arida e pianta stacanovismo e fidanzata materialista per rispolverare la tavola e cavalcare onde e sogni sulla riviera del Conero. Il nucleo già piuttosto ingenuo e didascalico del libriccino viene enfatizzato in modo clamoroso nella trasposizione per il grande schermo, talmente trasognata e scollata da qualsiasi realismo da sembrare una versione della vita adulta come potrebbe immaginarla un bambino delle elementari. Dall’ufficio del protagonista alla festa di ricconi a bordo piscina, passando per l’inconsistente ritorno di fiamma con un’ex, tutto sembra la decalcomania sbiadita non della vita, ma di altri film. Posticcio e carente in ogni comparto (dagli attori alla scenografia; ma i limiti di budget sono evidenti), il film si pone, paradossalmente, in totale controtendenza rispetto a tanta fuffa italiana odierna: è talmente privo di volgarità e ammiccamenti da sembrare sbarcato da un altro pianeta.
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