Regia di Goran Dukic vedi scheda film
All'inizio, niente di nuovo: Zia, un giovane perdutamente innamorato della sua ragazza, la bella Desiree, in preda alla disperazione a causa della fine della loro storia d'amore, decide di porre fine alle sue sofferenze di amante illuso tagliandosi i polsi. Ma a questo ingenuo e fragile wristcutter succede qualcosa di inaspettato: Zia non accede all'Aldilà, ma nemmeno rimane confinato nell'Aldiqua. No, niente di tutto questo. A Zia tocca una sorte ben peggiore: si ritrova a dover rifarsi una (non) vita in una sorta di limbo popolato da altri suicidi che, in realtà, è la brutta copia del mondo da cui tutti loro avevano tentato di fuggire. E così, intrappolato in un universo parallelo smunto in cui il grigiore bluastro del cielo si confonde con quello dell'asfalto di un'autostrada senza fine, rendendo monotono un tempo fermo - anch'esso “morto” - Zia scopre che anche Desiree si è suicidata... Ma allora, che fare? Rianimato dalla speranza di poterla rivedere, decide di intraprendere un viaggio che lo porterà dovunque e da nessuna parte, accompagnato da un ex frontman fallito e da un’autostoppista intrigante e misteriosa. In una strana avventura on the road dove gli oggetti che cadono sotto il sedile del passeggero anteriore dell'auto finiscono per urtarsi in eterno in uno sconfinato buco nero, dove i fiammiferi non si spengono ma salgono verso un cielo che sembra essersi inghiottito anche le stelle e dove tutti si dimenticano, dopo aver fatto il pieno, di rimettere a posto la pompa della benzina, tra sguardi che dicono tutto e niente, sorrisi impossibili e dialoghi talvolta privi di senso, ecco che forse anche un suicida può tornare a credere che è possibile amare una seconda volta, perfino in un mondo dove le grandi emozioni non esistono più. Ebbene, in un'atmosfera gloomy e spiccatamente ironica, dal retrogusto un po' amaro, sulle note dei Joy Division e di Tom Waits, ecco che anche noi - come Zia e qualche altro wristcutter - potremo tornare a credere che, pur guardando avanti, è possibile tornare indietro e comprendere che, in fondo, non è poi così male il mondo in cui viviamo.
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