Regia di Nanni Loy vedi scheda film
Pasquale Picone, operaio metalmeccanico prossimo al licenziamento, si dà fuoco per protesta davanti al consiglio comunale di Napoli; ma il suo cadavere non arriva mai all’obitorio. Per scoprire che fine ha fatto il marito, la (presunta) vedova si rivolge a un mite disoccupato abituato a vivere di espedienti, il quale scopre che Picone non era mai stato assunto all’Italsider ma in compenso era implicato in una miriade di affari più o meno illegali e largamente remunerativi. Immersione in una Napoli più vera del vero, dove si tira a campare fra abusivismo, assistenzialismo e vittimismo, si insegue il miraggio di un posto fisso e si ride per non piangere (“L’ambulanza era legale o abusiva?” “Perché, che differenza fa?” “Quelle abusive arrivano subito”). Un po’ pasticciata la parte centrale, dove le ambizioni di giallo metafisico rischiano di attorcigliarsi su sé stesse; ma il finale è giustamente beffardo. Giancarlo Giannini ha ereditato dai film con la Wertmüller un’aria perennemente stravolta, mentre Lina Sastri fa la popolana verace: entrambi sono ben aderenti ai ruoli.
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